Giustizia: i sindaci del Nord a Maroni; sicurezza e più poteri
di Giuseppe Pietrobelli
Il Gazzettino, 9 giugno 2008
Sarà un faccia a faccia, non uno scontro. Una volta tanto un incontro tra i sindaci delle città di media grandezza del Nord Italia con il ministro dell’Interno non si tradurrà in un atto d’accusa nei confronti del potere centrale, per aver dimenticato le realtà di periferia su uno dei temi cruciali della vita delle comunità locali, la sicurezza dei cittadini.
Il leghista Roberto Maroni è questa mattina a Parma per discutere con i sindaci di una ventina di città importanti le norme da inserire nel pacchetto-sicurezza, uno dei primi provvedimenti del nuovo governo. Lo farà dopo aver già recepito una parte delle richieste contenute a metà aprile nella Carta di Parma che fu firmata dai primi cittadini di diverso colore politico. Una convergenza bipartisan sui temi della sicurezza nelle città che la dice lunga su come gli amministratori locali debbano alla fine fare i conti con gli stessi problemi. E come convergano, in buona parte, sulle medesime soluzioni.
Tra i sindaci che firmarono la Carta c’erano Flavio Tosi, leghista di Verona, Flavio Zanonato, diessino di Padova, Antonio Prade, forzista di Belluno e Gianpaolo Gobbo, leghista di Treviso. A loro avrebbe dovuto aggiungersi oggi anche Achille Variati, neo sindaco di Vicenza, che pur aderendo all’iniziativa non sarà presente per precedenti impegni. Insomma, il fronte delle adesioni si allarga.
E anche quello delle voci che partecipano a un dibattito piuttosto concreto. Per presentare a Maroni una sintesi condivisa, i sindaci si incontreranno a Parma con un’ora d’anticipo sull’appuntamento ufficiale (fissato per le 10, seguirà una conferenza stampa). Servirà per mettere a punto le richieste.
Ognuno punta su qualche aspetto. Ad esempio Zanonato insiste sulla lotta alla prostituzione nelle strade (si veda l’intervista qui a fianco). Flavio Tosi, da buon leghista, vorrebbe inserire norme che diano ai sindaci più poteri di intervento e di repressione.
"Per me il primo punto da introdurre nel decreto Maroni è costituito dalla facoltà della Polizia Municipale di trattenere in cella di sicurezza, fino a 24 ore, chi ha compiuto atti contrari alla sicurezza nelle città" spiega Tosi. A chi si riferisce? "Agli ubriachi, a chi compie danneggiamenti, anche a chi fa i propri bisogni in luogo pubblico. In questo modo - avremmo un deterrente efficace contro certi tipi di comportamento".
Ma non finisce qui l’elenco di Tosi. "Il sindaco deve anche poter graduare le sanzioni. Oggi combattiamo la prostituzione nelle strade con una multa di 36 euro per gli automobilisti. Ma se potessimo arrivare a 300 euro credo che la misura sarebbe più efficace". E continua con gli appartamenti che ospitano le "belle di giorno". "Bisogna estendere la confisca degli appartamenti anche ai luoghi dove viene praticata la prostituzione. E bisogna precisare meglio i provvedimenti nei casi dì affitto di case a persone regolari che poi subaffittano ai clandestini. Se ì casi si ripetono, si deve poter procedere con la confisca dell’immobile".
Maroni oggi sentirà queste ed altre richieste. Tosi non ha dubbi: "I cittadini si rivolgono ai sindaci e noi oggi non abbiamo più alibi. Adesso al governo ci siamo noi e dobbiamo dare una risposta a queste aspettative". Si riferisce ovviamente alla Lega e richiama il programma del movimento sul tema della sicurezza.
Antonio Prade, avvocato bellunese, si attende molto dall’incontro di Parma. "La nostra realtà è esente da determinati fenomeni, come la prostituzione per le strade, eppure mi aspetto una legge che assegni ai sindaci poteri ben definiti". Da uomo di legge qual è, ammette: "Fino ad oggi i sindaci sono stati costretti a sforzi incredibili di fantasia, devono diventare matti per trovare qualche strumento in materia di ordine pubblico".
L’esempio è calzante: se si vuole combattere la prostituzione o l’accattonaggio nelle vie cittadine, si ricorre a norme del Codice della Strada. Il che è quanto meno singolare. "Bisogna individuare confini non labili per i sindaci in materia di sicurezza. Dal governo ci attendiamo che venga messo un punto fermo e ne scaturisca un’indicazione precisa".
Il dato positivo dell’incontro? "Che sul tema della sicurezza vengano interpellati i sindaci risponde Prade - e che si ritenga di sentire chi è responsabile delle comunità su argomenti di natura politica. E che si decida di ascoltare le indicazioni che arrivano dal basso".
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