L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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domenica 8 giugno 2008

Giustizia: l’Anm contro il decreto sicurezza, "è inapplicabile"

La Stampa, 7 giugno 2008

Il tono di voce di Luca Palamara, giovane presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, in apertura del congresso nazionale, era pacato. Ma fermo. E giù sciabolate al governo. Alla faccia del nuovo corso "dialogante". Sul controverso reato di immigrazione clandestina, "abbiamo perplessità sull’impatto che le nuove norme potrebbero avere sul sistema giudiziario e sul sistema carcerario.

Produrrà gravissime disfunzioni. E si rischia di non realizzare l’obiettivo principale che ci si propone, ovvero quello di allontanare dal nostro Paese chi entra irregolarmente". Già, perché secondo l’Anm, "nei piccoli uffici dell’Italia meridionale, maggiormente esposti al fenomeno degli ingressi illegali, sarebbe praticamente impossibile celebrare ogni giorno centinaia di udienze di convalida dell’arresto e processi per direttissima". Ma l’Anm è contraria anche all’aggravante che piove in capo ai clandestini che commettano reati (già in vigore): "Se non calibrata, diventerebbe incompatibile con il principio di uguaglianza".

E ancora, sulla Superprocura che il governo vuole a Napoli per i rifiuti: "Ci domandiamo se possa determinare la costituzione di un giudice straordinario non consentito dal nostro ordinamento". Critico su tutto. Perfino sul pugno duro annunciato contro le prostitute: "Penso che la piaga del nostro Paese sia lo sfruttamento: le prostitute diventano vittime. Obiettivo del legislatore e dei magistrati è individuare e colpire gli sfruttatori".

E subito si riapre il conflitto tra giustizia e politica che covava sotto la cenere. Replica a stretto giro il ministro della Giustizia, Angelino Alfano: "Il reato di immigrazione clandestina esiste in numerose legislazioni occidentali e non ha creato guasti". Alfano, dal Lussemburgo dove si trova per una riunione di ministri europei della Giustizia, ribadisce punto per punto la linea del governo.

Bene il reato d’immigrazione clandestina: "Riteniamo che possa essere una misura di deterrenza forte che disincentivi l’ingresso di immigrati che vogliono essere clandestini". Bene nuove norme anche sul tema della prostituzione: "Ha una ricaduta in termini di sicurezza delle famiglie italiane, di agibilità dei luoghi pubblici, e dunque credo che il contrasto allo sfruttamento della prostituzione, non confondendo mai le vittime con i carnefici, sia una misura importante".

Ma l’uscita dell’Anm fa inalberare anche il suo collega agli Esteri, Franco Frattini: "Se si critica una proposta prima che sia diventata legge, si compie un atto che forse è possibile nella scena politica ma, fatto da magistrati, desta un po’ di perplessità".

E storce il naso il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che era in sala: "Lascia perplessi l’iniziativa di singoli o gruppi di magistrati che al di fuori dei meccanismi processuali consentiti ritengono di sindacare la costituzionalità o no di una o più norme di legge".

Oppure Maurizio Gasparri, il presidente dei senatori Pdl, il più tranchant di tutti: "Per fortuna in democrazia il Parlamento è sovrano e certamente le proposte per una maggiore severità nei confronti dell’immigrazione clandestina e di una più efficace azione di contrasto dei fenomeni di illegalità collegati all’emergenza rifiuti prevarranno".

Bobo Maroni, titolare dell’Interno, intanto ha incontrato al ministero Walter Veltroni, accompagnato da Marco Minati, Achille Serra e Luigi De Sena. Il ministro si è detto d’accordo su alcune proposte del Pd: dall’Agenzia per la gestione dei beni sequestrati ai mafiosi (che sarà illustrata oggi) a un nuovo Patto per la sicurezza a Caserta, alla stazione unica per gli appalti che De Sena, da prefetto, ha sperimentato in Calabria.