La CISL sulla Situazione Penitenziaria – Una emergenza per la Giustizia Italiana.
Lettera al Ministro della Giustizia
fonte: cisl
Preg.mo Ministro Alfano,
sicuramente è stato informato dei contenuti dell'intervento del Pres. Ferrara, Capo del DAP, alle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato, dove il quadro che emerge per il settore penitenziario è sostanzialmente drammatico.
La CISL per propria abitudine ha sempre offerto ai suoi predecessori una leale collaborazione, un serio livello di confronto che puntasse al merito delle questioni ed alla soluzione dei problemi.
Da anni - On. Ministro Alfano – stiamo informando ed avvertendo la politica sulla gravissima situazione del sistema carcerario italiano e di come difficilmente siano compatibili le varie idee di riforma della Pubblica Amministrazione con un settore così strategico per la risposta che i cittadini attendono, sia di sicurezza che di carattere sociale e correttivo dei comportamenti umani sbagliati.
Ma le strutture sono inadeguate, le risorse economiche largamente insufficienti, le dotazioni di personale in servizio numericamente carenti e gestite spesso con diffusa insoddisfazione professionale ed economico retributiva.
Tutti parlano del sistema penitenziario, anche attraverso i mass-media, in modo spesso improvvisato e senza conoscere realmente la reale situazione vissuta. Pochi sanno che siamo quasi giunti ad un livello di intollerabile sovraffollamento delle strutture con oltre 55.000 detenuti ospitati nei penitenziari (sia tra la popolazione adulta che tra i minorenni) ed altrettante persone condannate all’espiazione di pene alternative alla detenzione in carcere: insomma oltre 110.000 persone da controllare, da vigilare, ed ai quali assicurare il mantenimento dei diritti costituzionalmente previsti.
Non bastasse questo si deve tener conto che i detenuti aumentano al ritmo di circa 1000 al mese, e se le norme introdotte in questi giorni con il “Pacchetto Sicurezza” non vedranno realizzarsi accordi bilaterali con i Paesi Stranieri riguardo alle espulsioni,la situazione andrà al collasso totale in pochi mesi.
A questo si aggiungono le condizioni delle strutture penitenziarie, che cadono letteralmente a pezzi, in edifici medioevali (il 20% risalgono al periodo tra il 1200 ed il 1500, il 60% tra il 1600 ed il 1800, mentre solo il 20% degli Istituti risalgono all'ultimo secolo) e finanziamenti pubblici che negli ultimi 7 anni si sono ridotti del 50%, passando dai circa 55 milioni di euro della Finanziaria 2000 allo stanziamento di 28 milioni circa del 2007.
Si deve poi tener conto che il 60% dei detenuti sono in attesa di giudizio; l'elevato aumento dei processi penali, oltre che a determinare vari problemi ai cittadini, fa lievitare il numero di coloro che rimangono in custodia cautelare - magari inutilmente - e costringendo lo Stato (tramite l'Amministrazione Penitenziaria) ad organizzare un enorme mole di attività dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti della Polizia Penitenziaria, oltre a garantire nella fase di detenzione ogni diritto costituzionale alla persona.
Insomma la situazione non mostra segnali positivi per questo settore dello Stato. Tutti invocano Sicurezza, e l'Opinione Pubblica invita (stimolata anche da molti esponenti politici) a mandare tutti nelle Patrie Galere. Ma per fare questo bisognerebbe costruirne di nuove e soprattutto si devono rendere pienamente utilizzabili quelle già esistenti.
Forse spetta proprio a Lei Ministro Alfano spiegare quali sono le difficoltà a praticare quel tipo di politica, che il sistema Giustizia – nel suo complesso – se lasciato in queste condizioni è al collasso!
Ache sulla politica delle pene alternative al carcere non si registra nessuna novità, anzi gli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna hanno problemi anche maggiori di quelli che non hanno gli Istituti, relativamente al poter assicurare il mandato istituzionale affidatogli.
Ministro Alfano c'è tanto da fare, veramente tanto. Il blocco delle assunzioni nel Pubblico Impiego ha visto entrare, con interventi straordinari, un numero di operatori (di polizia penitenziaria e del comparto ministeri) neanche capace di recuperare il turn over per i pensionamenti. Tutto il personale mostra segni di insofferenza perchè è troppi anni che è esposto a sacrifici e carichi di lavoro eccessivi. Ecco perchè sono incomprensibili le dichiarazioni che vedono assoggettare tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione allo stesso modo. Potremmo farLe mille esempi di come lo Stato, il sistema penitenziario italiano, abbia potuto assicurale le attività essenzialmente per lo spirito di sacrificio e di appartenenza che lega queste migliaia di persone in un vincolo morale tra loro.
A Lei Ministro il compito di restituire ottimismo, ed in alcuni casi anche dignità, al lavoro di questo Personale che spesso, in nome del giuramento fatto alle Istituzioni, sacrifica attese personali e delle proprie famiglie, dei loro affetti più cari, per assolvere a ciò che lo Stato richiede. Forse questo al Suo collega del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione sfugge, non riteniamo per “malafede” ma perchè nessuno ha voluto spendersi per questi “Servitori dello Stato”, dei quali ci si ricorda – purtroppo – solo quando si partecipa coem anche Lei ha fatto nei giorni scorsi per la commemorazione della Strage di Capaci.
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