L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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lunedì 1 dicembre 2008

Carceri, oltre 27mila le celle in Italia ma soltanto 4mila sono a norma

di Gian Marco Chiocci e Luca Rocca (www.ilgiornale.it)

La spesa non vale l’impresa carceraria. Perché le somme di denaro dilapidate negli anni per la manutenzione ordinaria e straordinaria di vecchie prigioni (alcune delle quali all’avanguardia nel Medioevo,altre costruite tra il Seicento e l’Ottocento) raggiunge vette impensabili. Solo una percentuale bassissima di strutture rispettano le norme dello Stato, così come previsto dal nuovo ordinamento penitenziario che impartisce regole ferree sul trattamento dei detenuti e sui locali che li ospitano. Soldi investiti per metà delle galere italiane cheessendoantiquate,fatiscenti, sovraffollate, igienicamente a rischio, non andrebbero più utilizzate.

«Il 50 per cento – ha detto il ministro Alfano - sono da chiudere. Oggi abbiamo 58mila detenuti rispetto ai 47mila di un anno fa, e i posti realmente disponibili sono 37mila». Dunque 20mila detenuti in più rispetto alla capienza massima sopportabile. Sotto i riflettori del Dap, del sindacato Sappe, e delle associazioni, sono finite le carceri meno degne di questo nome. Ecco l’elenco: Chieti, Lamezia Terme, Reggio Calabria (parte detentiva) Paola, Ariano Irpino, Eboli, Lauro, Napoli-Poggioreale, Pozzuoli, Sala Consilina, Vallo della Lucania, Forlì, Modena San Giuliano, Gorizia, Pordenone, Civitavecchia (vecchioc omplesso) Paliano, Roma-Regina Coeli, Imperia, Savona, Brescia Canton Mombello, Castiglione delle Stiviere, Como, Milano San Vittore, Ancona Monteacuto, Camerino, Fermo, Fossombrone, Alessandria Don Soria, Bari, Foggia e Brindisi (lavori in corso), Lucera, San Severo, Spinazzola, Turi, Cagliari. E ancora. Alghero, Sassari, Tempio Pausania, Barcellona Pozzo di Gotto, Catania Pia Lanza, Favignana (ha le celle sotto terra), Giarre, Marsala, Messina, Ristretta, Modica, Nicosia, Noto, Palermo-Ucciardone, San Cataldo, Sciacca, Arezzo, Grosseto, Montelupo Fiorentino, Pistoia, Siena, Volterra, Bolzano, Rovereto, Trento, Belluno, Rovigo, Venezia-Santa Maria Maggiore.

Nei penitenziari da chiudere, i suicidi sono in aumento(nei primi 10 mesi dell’anno ben 37), le rivolte covano, i tanti soldi impegnati tamponano da anni l’emergenza, non la risolvono. Per avere un’idea dello sfascio, occorre tenere conto delle cifre estrapolate dal network Radio Carcere. Su 28.828 celle presenti nelle nostre 205 carceri, solo 4.763 sono a norma. Il 16,5 per cento del totale. Una violazione diffusa, da nord a sud. Su 530 sale-colloqui, poi, solo 272 rispettano gli standard prefissati per legge. Quanto al sovraffollamento, di media si arriva anche a 8-10 detenuti per celle che contengono 2, massimo 4 posti letto. In una quindicina di strutture i nuovi arrestati, causa il «tutto esaurito» dormono per terra in palestra, nella sala giochi o in infermeria.

Altrettanto incredibili sono i denari che lo Stato ha investito per la costruzione dinuove carcerioper la ristrutturazione di strutture già esistenti. Per gli impianti di Varese e Pordenone sono stati stanziati, rispettivamente,43milioni per 220 posti e 35 milioni per 200 posti, ma le prigioni non vedranno mai la luce perché la costruzione èstata annullata e i soldi saranno utilizzati per l’ampliamento delle strutture. Si stanno infatti costruendo sei nuove sezioni in diverse carceri: tre da 300 posti e altre tre da200, peruntotale di 1500 posti euncosto complessivo di 70 milioni di euro. Carceri ampliate anche ad Avellino, Velletri, Cuneo, Catanzaro, Santa Maria Capua Vetere, Palermo, Civitavecchia. Spesa totale: 78 milioni di euro per 1400 posti. Per realizzare il carcere di Rieti si spenderanno 39.250.000 euro; 36.668.000,00 per quello di Rovigo; quello di Forlì costerà al contribuente altri 39.767.000, mentre quello di Savona 40.283.00.

Dei tre penitenziari in costruzione in Sardegna, quello di Cagliari ci costa 57.843.000, quello di Sassari 53.711.000 e quello di Tempio Pausania 33.053.000. I lavori per la realizzazione del nuovo carcere di Marsala, per una spesa prevista di oltre 36 milioni di euro,sono stati invece commissariati. A fare impressione è che i soldi investiti nonhannoprodotto quasi nessunrisultato, e inquesto periodo di crisi Alfano è costretto ai miracoli visto che nell’ultima finanziaria sono stati tagliati 55milioni di euro per l’edilizia penitenziaria.

La maggior parte delle strutture rimane inadeguata. Se ne potrebbero costruire di nuove, più moderne, quindi più degne per i prigionieri, e molto meno costose. Secondo il parere del titolare di una delle aziende all’avanguardia nella costruzione di celle prefabbricate, interpellato dal Giornale, se lo Stato decidesse d’investire in questo tipo di strutture otterrebbe un risparmio considerevole sul costo iniziale della struttura (più o meno il 15 per cento per 250 posti), una consegna decisamente più rapida dei lavori (non sette anni, come per il tradizionale carcere in cemento, ma anche due) e un costo di manutenzione molto inferiore all’attuale.