Antigone: più misure alternative, invece del carcere
Ansa, 16 marzo 2009
"Condividiamo pienamente l’affermazione del ministro Alfano sull’inumanità della pena scontata nelle carceri italiane ma la soluzione non è quella di costruirne di nuove, bensì di introdurre sanzioni alternative alla detenzione". A dichiararlo è Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone che si batte per i diritti negli istituti di pena.
"La soluzione scelta dal ministro - dice Gonnella - non può essere quella giusta se pensiamo che, la storia penitenziaria ci insegna che per costruire un nuovo carcere di 200-300 posti servono almeno dieci anni e 200 milioni di euro. Per la costruzione di nuovi istituti non c’è, dunque il tempo né le condizioni economiche, aggiunge Gonnella visto che con la nuova legge sulla prostituzione e le norme del pacchetto sicurezza saranno molti di più degli attuali mille al mese, i nuovi ingressi in carcere".
Secondo il presidente di Antigone, "è invece necessario prendere coscienza che non si possono chiudere in carcere tutti quelli che creano fastidio sociale: tossicodipendenti, prostitute, immigrati clandestini. Servono misure alternative, fin dalla decisione del giudice. Solo così si lascerà lo spazio adeguato alla reclusione di chi è realmente socialmente pericoloso".
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