L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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lunedì 16 marzo 2009

Alfano: carceri strapiene e "fuori dalla Costituzione"

Corriere della Sera, 16 marzo 2009

"La maggior parte delle carceri è stata costruita in secoli lontani. Il risultato è che talvolta siamo fuori dal principio costituzionale dell’umanità ". A dirlo è il ministro della Giustizia Angelino Alfano, convinto che "per questo dobbiamo costruire nuove carceri". Perché fuori dal principio costituzionale dell’umanità della pena?

Il sovraffollamento, prima di tutto. Secondo i dati diffusi da Antigone, associazione per i diritti dei carcerati, i detenuti nei penitenziari italiani hanno raggiunto quota 60.570 contro una capienza ufficiale di 43.100 posti. A Napoli siamo addirittura a 2.700 detenuti per 1.300 posti: quello di Poggioreale è il carcere più affollato d’Europa. Lì come nel resto d’Italia l’effetto indulto è stato annullato da tempo e siamo tornati alla situazione di sempre.

Il ministro Alfano ha ricordato che il piano straordinario approvato dal governo a gennaio prevede la creazione di 17 mila nuovi posti, esattamente quelli che mancano oggi. L’intervento, approvato con il decreto milleproroghe, prevede l’ampliamento delle strutture esistenti e la costruzione di nuovi istituti.

’accordo con Alfano, ma solo a metà, il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella: "È vero che le condizioni sono inumane ma per risolvere il problema non occorre costruire nuove carceri. La storia ci insegna che per realizzare un istituto di 200-300 posti servono dieci anni e 200 milioni di euro. Piuttosto si dovrebbero introdurre sanzioni alternative alla detenzione".

Ma quando parla di inumanità nelle carceri italiane il ministro della Giustizia non si riferisce solo al sovraffollamento. Pochi lo sanno ma in Italia dietro le sbarre ci possono finire anche gli innocenti per definizione, i neonati. Al momento la legge prevede che i bambini figli di detenute vivano in carcere fino a quando compiono tre anni.

"Oggi - ha detto Alfano - ci sono circa 60 bambini che vivono nelle carceri italiane assieme alle madri detenute. Per noi è importante tutelare questi bambini e quindi non vogliamo che nessuno di loro stia in un istituto di pena perché figlio di una madre detenuta". D’accordo il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna: "Nessun bambino merita di crescere dentro ad un carcere, non è giusto che qualcuno paghi per colpe che non sono sue. Spero che entro pochi mesi, insieme col ministero della Giustizia, riusciremo a portarli tutti fuori".

Anche questo è un intervento che Alfano ha annunciato più volte, come già i suoi predecessori al ministero della Giustizia. L’idea è quella delle cosiddette strutture a custodia attenuata, senza sbarre e con agenti non in divisa, sul modello di un istituto aperto a Milano da un paio di anni. "Le parole troppe volte ripetute - dice Irene Testa, segretario dell’associazione radicale "Detenuto ignoto" - diventano sterili. Il problema è grave ma anche relativamente semplice da affrontare, visto che riguarda poche decine di casi".