L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

martedì 27 aprile 2010

Forte stato di disagio del personale di servizio sociale dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Udine, Pordenone e Gorizia


A nome di tutto il personale di questo Ufficio EPE, la RSU ha rappresentato in sede di riunione con le OO.SS. e la direzione il grave disagio cui versa ormai da anni il personale di servizio sociale derivante dalla carenza di risorse umane, a fronte di un carico di lavoro elevato ed in continuo aumento con compiti professionali sempre più consistenti e complessi. Tale situazione si è aggravata in seguito alla mancata predisposizione di procedure concorsuali da oltre dieci anni finalizzate all’immissione di personale di servizio sociale. Inoltre si rappresenta la mancata possibilità di assegnazione di personale attraverso procedure previste dalla normativa quali distacchi, mobilità ed interpelli, provocando una carenza di personale di servizio sociale pari al 63% condizione consolidata da anni che provoca un forte disagio agli assistenti sociali in servizio. Le conseguenze del protrarsi della grave situazione descritta hanno ripercussioni ormai evidenti su più aree:

1) area della sicurezza ai sensi del D.lgs n. 81/88 e D.lgs 106/09 “nuova normativa di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” e Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 24.03.2004 “misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni”

L’ insostenibile carico di lavoro in proporzione all’esiguo numero di assistenti sociali in servizio, le incessanti richieste da parte della Magistratura di Sorveglianza, delle Direzioni dei quattro istituti penitenziari di competenza (Udine, Pordenone, Tolmezzo e Gorizia), dell’utenza penitenziaria, delle famiglie, degli Enti locali e servizi socio-sanitari, ha determinato una condizione di saturazione tale da provocare un elevato stress che perdura da anni che ha portato squilibri di tipo funzionale con patologie organiche. In tal senso si è rilevato un aumento di assenze per malattia non riscontrabile negli anni precedenti. La stessa Direzione ha infatti richiesto al medico competente una valutazione sui rischi da stress lavoro correlato ai sensi dell’art.18 della normativa sopra indicata.

La forte carenza di organico di servizio sociale costringe il personale ad effettuare costantemente orario in eccedenza, che paradossalmente a volte non può essere autorizzato da parte della direzione per la mancata compresenza di altro personale, per motivi di sicurezza. Nonostante la volontà e la disponibilità degli assistenti sociali di garantire il buon funzionamento del servizio, tale impegno non risulta essere sufficiente per adempiere puntualmente a tutti i compiti istituzionali, lavorando solo sulle emergenze.

2) area organizzativa – funzionale

Questo Uepe ha competenza territoriale su tutta la regione, ad esclusione della provincia di Trieste, occupandosi dei soggetti residenti e/o domiciliati nelle province di Udine, Pordenone e Gorizia e dei quattro istituti penitenziari siti a Udine, Tolmezzo, Pordenone e Gorizia. Nel complesso l’utenza in carico all’ufficio nel 2009 era pari 1502 unità a fronte di 9 assistenti sociali di cui uno con funzioni di capo area con delega della firma del direttore; a ciò si aggiunge l’apertura della sede di Gorizia, gestita con la presenza una volta a settimana solo da un’unità e l’impossibilità di aprire la sede di Pordenone per l’assenza di risorse umane. Il vasto territorio di competenza spesso risulta di difficile raggiungimento considerato che la zona nord coincide con le Alpi ed i mezzi pubblici sono limitati, pertanto necessita la presenza dell’autista. L’ufficio conta solo di un auto a noleggio e di un auto di servizio e di un solo autista che deve far fronte anche all’accompagnamento del direttore con cadenza settimanale per assolvere presso l’UEPE di Trento, distante 350Km dalla sede di Udine, il doppio incarico dirigenziale dal 2008, con notevoli disagi sul piano psico-fisico come già segnalato dalla direzione ai competenti uffici superiori.

Anche il servizio di segretariato che prevede la presenza di un assistente sociale tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 13.00 relativo all’accoglienza del pubblico e all’espletamento di interventi urgenti viene garantito con estremo disagio dagli operatori che devono conciliare tale attività con il resto degli interventi istituzionali.

3) area dei servizio sociale

La grave situazione menzionata non può che avere ricadute negative e inaccettabili sul servizio primario a cui gli Uffici Esecuzione Penale Esterna sono preposti, ovvero favorire il recupero sociale della persona condannata, che ha diritto a ricevere un’adeguata assistenza nonché avere accesso ai benefici previsti dall’Ordinamento Penitenziario, espletando la doppia funzione dell’aiuto e del controllo,a secondo delle misure alternative in esecuzione. La scarsità delle risorse umane dell’Area del Servizio Sociale, l’esiguità del tempo che è possibile dedicare ad un utenza così numerosa e collocata su un territorio molto vasto, non consente, per limiti strutturali e oggettivi, di garantire ai cittadini un adeguato servizio. L’Uepe, organo deputato alla costruzione di programmi di trattamento individualizzati a favore della persona condannata che coinvolgono spesso diverse Agenzie del territorio, non è più in grado di offrire risposte adeguate e sostenere il complesso lavoro di rete e di raccordo che il mandato istituzionale di tali Uffici prevede.

Il rallentamento nella predisposizione di adeguati programmi di riabilitazione esterna ha inoltre una ricaduta gravissima sull’utenza detenuta,la quale viene lesa dai diritti di accesso alle misure alternative alla detenzione,nei tempi previsti dall’Ordinamento Penitenziario e dalle circolari del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con ripercussioni anche sul sovraffollamento degli istituti penitenziari, soprattutto sulle Case Circondariali, ove la popolazione detenuta ha in esecuzione pene inferiori a tre anni ed è nelle posizioni giuridiche di poter accedere a tali misure alternative alla detenzione.

La gravissima carenza di Assistenti Sociali Penitenziari sui quali ricade, quasi esclusivamente, la competenza della predisposizione di programmi trattamentali adeguati alla concessione di misure alternative alla detenzione,condiziona anche l’Organizzazione della Magistratura di Sorveglianza che, non ricevendo l’indagine socio-familiare e il relativo programma di trattamento,si trova spesso nell’impossibilità di poter decidere in merito alla concessione o meno dei benefici richiesti e costretta pertanto a dover rinviare udienze già fissate.

Questa situazione, che si protrae da anni senza spiragli di miglioramenti, alimenta lo stato di impotenza e di frustrazione dei professionisti assistenti sociali che non sono messi nelle condizioni di garantire né le dovute risposte all’utenza né gli standard di qualità degli interventi professionali.

Tale stato di cose genera uno stress significativo nello svolgimento dell’attività quotidiana e comporta un rischio per il generale stato di salute del personale dell’Area, oltre ad una palese violazione dell’art 27 della Carta costituzionale cui si è ispirata tutta la filosofia della riforma penitenziaria.

All’emanazione della legge 154 del 2005 che ha istituito i locali UEPE, con l’intento di dare maggiore visibilità all’esecuzione penale esterna, non è seguito da parte dell’amministrazione centrale alcun investimento in termini di risorse umane ed economiche, mentre si assiste a proposte da parte del Ministero della Giustizia di incrementi di risorse del comparto sicurezza, svilendo ulteriormente le funzioni di questi uffici, che si fanno carico di un numero consistente di misure alternative che in termini di risultati positivi sulla recidiva, secondo le statistiche ufficiali è di gran lunga superiore rispetto a chi esegue la pena interamente in carcere.

Questa RSU chiede con urgenza agli Organi Superiori che si facciano carico della gravissima situazione prospettata auspicando un aumento di personale di servizio sociale oltre ad avere una maggiore disponibilità di strumenti essenziali allo svolgimento degli interventi tecnici e di controllo(autovetture e Polizia Penitenziaria).

Quale forma di autotutela si è concordato di rendere pubblica attraverso le OO.SS e la stampa la grave situazione vissuta dagli assistenti sociali di questo Ufficio con indubbie ripercussioni sui diritti dell’utenza penitenziaria, oltre a valutare eventuali azioni nei confronti del Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria per una tutela dell’integrità psico-fisica dei lavoratori e in caso di mancato riscontro si potrebbe procedere con una richiesta di riconoscimento di malattia professionale.

Udine, 9 aprile 2010

Le componenti delle RSU

dell’UEPE di Udine, Pordenone e Gorizia