L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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martedì 13 aprile 2010

Giustizia: piano carceri; Cgil non accetta convocazione Alfano

Agi, 13 aprile 2010

Il Guardasigilli Alfano "si assuma le sue responsabilità e non cerchi alibi o stampelle" in merito alla situazione delle carceri. È quanto ribadiscono Francesco Quinti e Lina Lamonica, responsabili nazionali comparto sicurezza e penitenziario della Fp-Cgil, in vista della riunione convocata per il pomeriggio a via Arenula dal ministro "al fine di acquisire suggerimenti sul piano dell’edilizia penitenziaria e sulle modalità della sua gestione, in particolare all’interno di strutture penitenziarie già esistenti".

Per i sindacalisti, che annunciano la loro decisione di non partecipare all’incontro, quello di Alfano è "un invito singolare" sia "per il tema scelto, già dibattuto lo scorso 26 gennaio senza alcun risultato tangibile, sia per la natura quasi provocatoria che cela: il Guardasigilli - rilevano gli esponenti della Cgil - tenta di indurre l’opinione pubblica e i lavoratori a ritenere che una discussione con le rappresentanze sindacali, peraltro già avvenuta all’indomani della dichiarazione di stato d’emergenza, possa spostare il merito di decisioni assunte in altre sedi dal Governo".

Dunque, aggiungono Quinti e Lamonica, "non ci presteremo alle strumentalizzazioni di chi usa il tema carcerario per ritagliarsi uno spazio di visibilità senza produrre proposte risolutive e senza essere in grado di accogliere una sola delle proposte avanzate dagli operatori. Quindi diserteremo l’incontro". I "nostri rilievi - ricordano - restano i medesimi mossi il 26 gennaio in occasione dell’illustrazione del tanto sbandierato ‘piano carceri’: mancano 1,5 miliardi di euro per realizzare il piano edilizio, manca il personale per gestire l’esistente, figurarsi per l’espansione delle strutture penitenziarie, mancano i 2mila poliziotti in più di cui il ministro Alfano continua a parlare ai mezzi di informazione".

Dal 26 gennaio ad oggi, secondo gli esponenti della Fp Cgil, "al netto della propaganda, il Governo e il ministro sono rimasti immobili mentre i detenuti lievitavano fino a quota 67.000 e il personale diminuiva. Un record negativo assoluto", mentre "per risolvere l’emergenza servono risorse economiche, occorre aumentare di diverse migliaia di unità il personale della Polizia Penitenziaria e delle altre professionalità penitenziarie e, soprattutto, attuare concreti provvedimenti di deflazione delle attuali presenze in carcere: un obiettivo - concludono i due sindacalisti - da perseguire tenacemente, che passa anche attraverso appropriati percorsi di recupero, l’implementazione delle misure alternative alla detenzione e l’affidamento della tossicodipendenza alle comunità terapeutiche. Saremo disposti al confronto solo se correttamente informati e, soprattutto, quando il Governo la smetterà di fare propaganda sulla pelle delle persone e degli operatori che rappresentiamo".