L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

giovedì 8 luglio 2010

ASSISTENTI SOCIALI PREOCCUPATI PER I TAGLI PREVISTI DALLA MANOVRA FINANZIARIA

Roma, 7 luglio 2010
Prot. n. 01788 / 10
Al Sig. Presidente del Consiglio
On. Silvio Berlusconi
Al Sig. Ministro dell’Economia e Finanze
On. Giulio Tremonti
Al Sig. Ministro del Lavoro e Politiche Sociali
On. Maurizio Sacconi
Al Sig. Presidente
della Conferenza Stato Regioni
Dott. Vasco Errani
Al Sig. Presidente dell’ANCI
Dott. Sergio Chiamparino
LORO SEDI

Illustre Presidente, illustri Ministri e Amministratori, i 37.000 assistenti sociali italiani guardano con grande allarme e sconcerto ai tagli previsti dalla manovra finanziaria che andranno a colpire pesantemente la spesa delle Regioni e si abbatteranno come macigni sulle politiche sociali regionali e comunali, quindi sulle famiglie in difficoltà.
Nessun italiano responsabile può sottrarsi alla necessità economica che sottostà alla manovra, tantomeno chi da sempre nell'agire professionale fa i conti con un sistema di welfare in affanno e ben conosce i problemi dei finanziamenti per le politiche sociali, ma ciò non deve significare l'annullamento del sistema di protezione sociale che ha consentito ai cittadini più fragili di essere sostenuti nei loro diritti di cittadinanza. Gli Assistenti sociali già risentono del peso della crisi con una forte accentuazione delle condizioni di precarietà dei loro contratti, con carichi di lavoro che certo non agevolano l'attuazione di interventi di sostegno. Il loro richiamo però non è una difesa degli interessi di categoria, ma solo un dare voce a chi non ha neanche la forza per protestare e farsi ascoltare. Perché non siano, ancora una volta, gli indifesi e gli invisibili a dover pagare per una crisi la cui soluzione prospettata dal governo protegge i protetti e dimentica i più deboli.
L'aumento della condizione di povertà che tocca maggiormente le famiglie con figli, gli anziani soli e non autosufficienti, i disabili gravi e i giovani che non vedono futuro, se può non fare notizia, interessa tuttavia molto chi, come gli assistenti sociali, si occupa di loro tra mille difficoltà, tutti i giorni.
E' di ieri la dichiarazione del Ministro Sacconi "meno Stato più mercato, meno pubblico meno spesa" come ricetta per la soluzione della crisi. Ciò vuol dire eludere le responsabilità pubbliche derivanti dai principi costituzionali, vuol dire tagliare il fondo per le politiche sociali e per la famiglia, tagliare il fondo sulla non autosufficienza, sugli invalidi civili, sul lavoro disabili, vuol dire negare diritti di cittadinanza. Vuol dire accrescere le distanze sociali, ormai abissali, tra i più e i meno abbienti.
A nome di tutti i nostri iscritti, e di quell'esercito silenzioso di persone per le quali spesso rappresentiamo l'unica speranza di equità e dignità, chiediamo di essere ascoltati, prima che il dibattito in aula renda certa la fine un sistema sociale fondato sui valori di uguaglianza e solidarietà fra le persone, i gruppi e le diverse generazioni, sistema che è stato anche condizione di integrazione e coesione sociale.
La Presidente
Franca Dente