L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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sabato 14 aprile 2007

Coordinamento Assistenti Sociali Giustizia


Convegno assistenti sociali giustizia, le conclusioni
di Redazione (redazione@vita.it)03/04/2007

Il 7° convegno nazionale si è svolto a Pescara il 30 e 31 marzo.
Molti i punti emersi e le questioni aperte.
Dal penale al sociale: quale pena e quali servizi?".
Questo iltitolo del settimo Casg, Convegno nazionale assistenti sociali della giustizia, tenutosi a Pescara gli ultimi due giorni di marzo. All'iniziativa hanno partecipato assistenti sociali provenienti da varie parti d'Italia, dirigenti dell'Amministrazione penitenziaria, amministratori locali, magistrati ed esperti in materia di giustizia, di politiche penali e sociali."Dalle due giornate di studio e di confronto", dice Anna Muschitiello, segretaria nazionale Casg, "sono emersi molti punti: il sistema giustizia e in particolare il sistema dell'esecuzione delle pene sta vivendo un momento di profonda trasformazione dopo anni di immobilismo; le politiche penali non possono essere disgiunte dalle politiche sociali; un rafforzamento delle politiche sociali è necessario per evitare un'involuzione della società moderna, in particolare quella italiana, verso modelli sicuritari e autoritari; le politiche penali e sociali non debbono rincorrere le paure sociali, ma debbono creare e potenziare i servizi necessari per affrontare e governare i fenomeni sociali più problematici; il controllo di polizia non può essere ritenuto né l'unico né il predominante strumento per garantire la sicurezza delle città; un potenziamento del sistema delle misure alternative è indispensabile per evitare che il sistema carcerario raggiunga in breve la situazione di inciviltà e illegalità precedente al provvedimento d'indulto; il sistema dell'esecuzione penale esterna, ormai collaudato da oltre 30 anni di esperienza, ha dimostrato di essere più efficace della semplice detenzione e anche più economico; le misure alternative alla detenzione hanno rappresentato una modalità diversa di scontare la pena e non una non pena; gli assistenti sociali, anche se con poche risorse umane e materiali, hanno gestito questo sistema per oltre 30 anni in stretta collaborazione con i servizi territoriali sia dell'ambito sociale (servizi sociali pubblici, privati e volontari) sia dell'ambito del controllo (Forze dell'ordine); gli Uffici per l'esecuzione penale esterna debbono essere servizi moderni aperti e proiettati negli scenari futuri della possibile riforma del sistema sanzionatorio"."Inoltre", prosegue Muschiatello, "gli assistenti sociali presenti al convegno hanno deciso di dire No ad alcune questioni: riforme, ancora una volta, parziali, frammentarie e prive di un disegno organico e con obiettivi del tutto sconosciuti sia nelle forme giuridiche che negli obiettivi politici; modifiche organizzative non discusse e non condivise con coloro che sono impegnati in prima persona nelle attività che si vuole riformare; scelte organizzative dalle quali diventerà oggettivamente impossibile tornare indietro, qualora non si rivelassero coerenti con le riforme in discussione sulla revisione del sistema sanzionatorio; servizi autocentrati dove l'unica cosa che conta è dimostrare la propria autosufficienza attraverso l'inserimento di una quantità e pluralità di professioni racchiuse al proprio interno, mentre è soprattutto nel territorio che vanno cercate le integrazioni utili;"Gli assistenti sociali", conclude la segretaria Casg, "hanno espresso tutta la loro delusione nel constatare che il verificarsi di una radicale alternativa di Governo del Paese non ha prodotto nell'Amministrazione Penitenziaria alcuna innovazione nelle modalità attraverso le quali, si determinano posizioni e si assumono scelte. Gli stessi ritengono che non giovi ad alcuno aumentare la conflittualità presente nei servizi e le contrapposizioni tra le professionalità, nonché il senso di frustrazione e di impotenza di coloro che debbono operare in un contesto così delicato e difficile


ONOREVOLE MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
CLEMENTE MASTELLA
ONOREVOLE SOTTOSEGRETARIO
AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
MANCONI LUIGI

Oggetto: Conclusioni VII° convegno nazionale CASG
Lo scorso 30 e 31 marzo si è tenuto a Pescara il convegno su: Dal penale al sociale: quale giustizia, quale pena e quali servizi?
All'iniziativa hanno partecipato assistenti sociali provenienti da varie parti d’Italia, dirigenti dell’Amministrazione Penitenziaria, Amministratori locali, Magistrati ed Esperti in materia di giustizia, di politiche penali e sociali.
Dalle due giornate di studio e di confronto è emerso che:
il sistema giustizia e in particolare il sistema dell’esecuzione delle pene sta vivendo un momento di profonda trasformazione dopo anni di immobilismo;
le politiche penali non possono essere disgiunte dalle politiche sociali;
un rafforzamento delle politiche sociali è necessario per evitare un’involuzione della società moderna, in particolare quella italiana, verso modelli sicuritari e autoritari;
le politiche penali e sociali non debbono rincorrere le paure sociali, ma debbono creare e potenziare i servizi necessari per affrontare e governare i fenomeni sociali più problematici;
il controllo di polizia non può essere ritenuto né l'unico né il predominante strumento per garantire la sicurezza delle città;
un potenziamento del sistema delle misure alternative è indispensabile per evitare che il sistema carcerario raggiunga in breve la situazione di inciviltà e illegalità precedente al provvedimento d’indulto;
Il sistema dell’esecuzione penale esterna, ormai collaudato da oltre 30 anni di esperienza, ha dimostrato di essere più efficace della semplice detenzione e anche più economico;
le misure alternative alla detenzione hanno rappresentato una modalità diversa di scontare la pena e non una non pena; a questo proposito si forniscono di seguito i dati relativi all’esecuzione delle misure alternative:
ASSISTENTI SOCIALI DEGLI UEPE: n. 1.200
MISURE ALTERNATIVE SEGUITE DAGLI UEPE NELL’ANNO 2006 : n. 45.546
di cui :
n. 27.558 affidamenti
n. 3.024 semilibertà
n. 11.708 detenzioni domiciliari
n. 2.749 libertà vigilate
n. 507 sanzioni sostitutive (semidetenzioni, libertà controllata)
REVOCHE
affidamenti n. 27.558: revoche per andamento negativo n. 936 (3,40%)
per nuova posiz.giuridica n. 169 (0,61%)
per nuovo reato n. 34 (0,12%)
per irreperibilità n. 17 (0,06%)
totale revoche n .1166 (4,23)
semilibertà n 3.024: revoche per andamento negativo n. 178 (5,89%)
per nuova posiz.giuridica n. 200 (6,61%)
per nuovo reato n. 7 (0,23%)
per irreperibilità n. 5 (0,17%)
totale revoche n 391 (12,93%)
TOTALE REVOCHE PER n. 45546 MISURE ALTERNATIVE: n. 2564 = (6,06%)
Per quanto concerne i dati sulle RECIDIVE, una ricerca condotta nel 2005 dall’ UEPE del PRAP della Toscana (Progetto Misura), in collaborazione con l’Università di Firenze, ha reso evidente che una modalità di esecuzione della pena diversa da quella del carcere, svolta con forme di gestione diversa da parte di assistenti sociali e operatori sociali e con strumenti tecnico-professionali di tipo relazionale, risulta più efficace.
La recidiva negli affidamenti è risultata molto contenuta:
per affidati con problematiche di tossicodipendenza: 28 % circa
per soggetti in affidamento ordinario: 18 % circa (i risultati della ricerca della reg. Toscana sono consultabili su www.saluteincarcere.it)
gli assistenti sociali, anche se con poche risorse umane e materiali, hanno gestito questo sistema per oltre 30 anni in stretta collaborazione con i servizi territoriali sia dell’ambito sociale (servizi sociali pubblici, privati e volontari) sia dell’ambito del controllo (Forze dell’ordine);
gli Uffici per l’esecuzione penale esterna debbono essere servizi moderni aperti e proiettati negli scenari futuri della possibile riforma del sistema sanzionatorio;
GLI ASSISTENTI SOCIALI presenti al convegno DICONO NO a:
riforme, ancora una volta, parziali, frammentarie e prive di un disegno organico e con obiettivi del tutto sconosciuti sia nelle forme giuridiche che negli obiettivi politici;
modifiche organizzative non discusse e non condivise con coloro che sono impegnati in prima persona nelle attività che si vuole riformare;
scelte organizzative dalle quali diventerà oggettivamente impossibile tornare indietro, qualora non si rivelassero coerenti con le riforme in discussione sulla revisione del sistema sanzionatorio;
servizi autocentrati dove l'unica cosa che conta è dimostrare la propria autosufficienza attraverso l’inserimento di una quantità e pluralità di professioni racchiuse al proprio interno, mentre è soprattutto nel territorio che vanno cercate le integrazioni utili;
Gli assistenti sociali hanno espresso tutta la loro delusione nel constatare che il verificarsi di una radicale alternativa di Governo del Paese non ha prodotto nell’Amministrazione Penitenziaria alcuna innovazione nelle modalità attraverso le quali, si determinano posizioni e si assumono scelte.
Gli stessi ritengono che non giovi ad alcuno aumentare la conflittualità presente nei servizi e le contrapposizioni tra le professionalità, nonché il senso di frustrazione e di impotenza di coloro che debbono operare in un contesto così delicato e difficile.
Il Coordinamento Assistenti Sociali della giustizia si pone a vostra disposizione per ogni chiarimento e per una migliore esplicitazione dei contenuti che in questa nota solo sommariamente annunciati.
In attesa di un V.stro riscontro invio cordiali saluti.

la Segretaria Nazionale CASG
Anna Muschitiello
Identica lettera è stata inviata ai vertici del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria