L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

sabato 14 aprile 2007

IL CONSIGLIO NAZIONALE ORDINE ASSISTENTI SOCIALI INCONTRA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA MASTELLA

28 marzo 2007.
Il Consiglio Nazionale, rappresentato dalla Presidente Fiorella Cava, dalla Vicepresidente Franca Dente, dalla Tesoriera Silvana Mordeglia e dalla Presidente della Commissione Politiche del Lavoro Maria Cristina Odiard, ha havuto un colloquio con il Ministro della Giustizia Clemente Mastella su tematiche di rilievo per la professione, che toccano il mondo delle persone, adulti e minori, coinvolte nel circuito penale.Gli argomenti sui quali è stata sollecitata l’attenzione del Ministro, riguardano in particolare:- la situazione degli assistenti sociali all’interno del “sistema giustizia”;- la nomina della commissione d’esame ex art. 3 decreto n. 264/2005 per la valutazione dei titoli esteri;- il completamento dell’iter di approvazione della tariffa professionale;- l’aggiornamento delle norme che riguardano la professione (L.84/93);- le prospettive della riforma delle professioni intellettuali in relazione alla figura dell’assistente sociale.In sintesi, oltre a quanto riferito dai Dirigenti preposti alle questioni relative alla commissione per la valutazione dei titoli stranieri e alla approvazione del tariffario, il Ministro ha offerto qualche rassicurazione sulla "non soppressione" del nostro Ordine in favore di possibili accorpamenti in una improbabile "famiglia professionale".Ha poi incaricato la dirigente del Dipartimento Giustizia Minorile - dott.ssa Melita Cavallo - il sostituto del Dirigente DAP - dott. Ferraro - nonché il Dirigente del personale a occuparsi delle nostre istanze.In particolare con la dott.ssa Cavallo si è affrontato il tema degli organici, prefigurando per l’anno prossimo una nuova assunzione di assistenti sociali, della dirigenza tecnica, dei punti di ascolto decentrato, della formazione continua, del rinnovo del protocollo di intesa siglato nel 2005. Con il Dirigente del personale DAP si è discusso della situazione degli UEPE, della dirigenza centrale e territoriale e della necessità di non apportare riduzioni anzi incrementi, dell’ipotesi di lavoro sul territorio della polizia territoriale.E’ stato riferito che la dirigenza non sarà ridotta, che vi sono 37 posti di dirigenza non centralizzata, dell’ipotesi che la polizia penitenziaria dovrebbe essere alle dipendenze degli attuali dirigenti UEPE per collaborare con il servizio sociale, che si dovrebbe andare verso una sperimentazione previo formazione degli operatori penitenziari, che infine, in questo contesto, i dirigenti UEPE dovrebbero essere sentiti il 22 aprile. Al termine dell’incontro si è concordato che il Consiglio Nazionale faccia richiesta di audizione alla Commissione Pisapia, nonché al Gruppo di lavoro per la riorganizzazione del DAP facente capo al Dirigente Turrini Vita per esporre le proprie istanze.Tali istanze, corredate da alcuni dati sintetici, sono contenute nel documento allegato. L’incontro si è concluso con l’auspicio di proseguire la proficua collaborazione instaurata.
Documento presentato al Ministro della giustizia:

Al Sig. Ministro della Giustizia
On. Clemente Mastella
Il Servizio Sociale della Giustizia nel settore penitenziario
Il servizio sociale della Giustizia è stato inserito nel sistema penitenziario col
duplice mandato di:
1) tutelare la persona detenuta garantendone la dignità e il rispetto dei diritti;
2) rafforzare i processi di inclusione e coesione sociale, contribuendo al recupero delle persone e in tal modo ad una maggiore sicurezza dei contesti di vita dei cittadini.
Gli assistenti sociali hanno contribuito al raggiungimento di tali obiettivi sia con il loro intervento professionale negli istituti penitenziari, sia soprattutto nell’affidamento in prova al servizio sociale, la forma di esecuzione penale più “aperta” in quanto attuata completamente all’esterno della struttura carceraria.
gli interventi
Negli ultimi trent’anni, si è avuto un consistente aumento di tale tipo di trattamento esterno tanto da passare da n. 3.000 soggetti in carico al servizio sociale nel 1976/77 agli oltre 40.000 del 2006.
I dati statistici evidenziano i risvolti positivi delle misure alternative alla detenzione che si possono sintetizzare in:
1) notevole risparmio di spesa carceraria
2) marginale “tasso di evasione”
3) recidiva notevolmente inferiore a quella dei soggetti dimessi direttamente
dal carcere.
Tutto questo è avvenuto nonostante questa area sia stata affidata ad un numero esiguo di assistenti sociali con pochi mezzi e risorse, atteso che finora l’esecuzione penale esterna è stata considerata la “cenerentola” delle politiche sull’esecuzione della pena.
Alcuni dati recenti ad ulteriore dimostrazione:
ASSISTENTI SOCIALI DEGLI UEPE: n. 1.200
MISURE ALTERNATIVE SEGUITE DAGLI UEPE NELL’ANNO 2006 : n. 45.546
di cui :
n. 27.558 affidamenti
n. 3.024 semilibertà
n. 11.708 detenzioni domiciliari
n. 2.749 libertà vigilate
n. 507 sanzioni sostitutive (semidetenzioni, libertà controllata)
REVOCHE
affidamenti n. 27.558: revoche per andamento negativo n. 936 (3,40%)
per nuova posiz.giuridica n. 169 (0,61%)
per nuovo reato n. 34 (0,12%)
per irreperibilità n. 17 (0,06%)
totale revoche n .1166 (4,23)
semilibertà n 3.024: revoche per andamento negativo n. 178 (5,89%)
per nuova posiz.giuridica n. 200 (6,61%)
per nuovo reato n. 7 (0,23%)
per irreperibilità n. 5 (0,17%)
totale revoche n 391 (12,93%)
TOTALE REVOCHE PER n. 45546 MISURE ALTERNATIVE: n. 2564 = (6,06%)
Per quanto concerne i dati sulle RECIDIVE, una ricerca condotta nel 2005 dall’UEPE del PRAP della Toscana (Progetto Misura), in collaborazione con l’Università di Firenze, ha reso evidente che una modalità di esecuzione della pena diversa da quella del carcere, svolta con forme di gestione diversa da parte di assistenti sociali e operatori sociali e con strumenti tecnico-professionali di tipo relazionale, risulta più efficace.
La recidiva negli affidamenti è risultata molto contenuta:
􀂃 per affidati con problematiche di tossicodipendenza: 28 % circa
􀂃 per soggetti in affidamento ordinario: 18 % circa ( i risultati della ricerca della reg. Toscana sono consultabili su www.saluteincarcere.it)
L’ allarme sociale prodotto dalla microcriminalità, dalla paura dello “straniero” porta l’opinione pubblica, i massmedia e i politici a non valutare nella adeguata misura l’apporto anche in termini di controllo sociale esercitato dagli assistenti sociali con i loro strumenti e metodologia professionale. Le richieste sembrano sempre più rivolte ad obiettivi di esclusivo contenimento e controllo.
Le preoccupazioni già sorte dopo che la legge 154/05 - legge Meduri - aveva ridenominato i Cssa in UEPE divengono sempre più concrete perché si prevede che, come allora le difficoltà rappresentate dalle forze di polizia per la traduzione di detenuti, piantonamenti ecc. portarono all’assegnazione di tali compiti alla polizia penitenziaria, oggi le difficoltà ad effettuare controlli notturni degli affidati e diurni dei detenuti domiciliari possano essere affidati alla polizia penitenziaria, peraltro in una prevedibilmente difficile compresenza sul territorio di tre diverse tipologie di forze dell’ordine.
Con ciò, è evidente, sarebbe stravolta sia la “natura” delle misure alternative, concepita dal legislatore come strutturata e connaturata all’approccio professionale proprio dell’assistente sociale sia la configurazione del mandato istituzionale degli assistenti sociali, come previsto dall’ordinamento penitenziario, prefigurando la trasformazione di un intervento di riabilitazione e reinserimento sociale in un intervento di mero controllo custodialistico, sia pure attuato sul territorio.
le proposte :
􀂃 perseguire l’obiettivo programmatico di riforma del codice penale e del sistema sanzionatorio, valorizzando la strada delle misure alternative alla detenzione nella loro valenza di inclusione sociale;
􀂃 valutare la possibilità di estensione del dettato della legge Smuraglia a i soggetti sottoposti a misure alternative alla detenzione;
􀂃 adeguamento del numero di assistenti sociali in relazione all’incremento delle misure alternative, implementando programmi di supervisione e formazione continua;
􀂃 assicurare dirigenze tecniche di servizio sociale sia a livello centrale che territoriale, superando l’attuale orientamento alla loro riduzione in misura nettamente superiore alle previsioni della finanziaria;
􀂃 sviluppare iniziative di ricerca, monitoraggio e valutazione sulle misure adottate anche al fine di sperimentare nuove tipologie di intervento;
􀂃 promuovere un protocollo di intesa tra Ministero Giustizia e CNOAS analogamente a quello sottoscritto per il settore penale minorile, con particolare riguardo all’approccio preventivo e di collegamento con il “sistema minorile”.
Roma 28 marzo 2007