L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

venerdì 13 aprile 2007

APPELLO ASSISTENTI SOCIALI UEPE REGGIO EMILIA

Gli assistenti sociali dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna del Ministero della Giustizia di Reggio Emilia di seguito elencati ritengono importante intervenire nel dibattito apertosi dopo le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Mastella in occasione della festa della Polizia Penitenziaria relative al ruolo di quest’ultima nella esecuzione delle misure alternative.
Noi riteniamo che l’area dell’esecuzione penale esterna rivesta importanza fondamentale nel sistema delle sanzioni penali in Italia. Nel corso del 2006 i soggetti che hanno scontato la pena in misura alternativa sono stati 30.000 con costi minimi per lo Stato , con un "tasso di evasione" marginale, ma soprattutto con una recidiva nettamente inferiore a quella dei soggetti dimessi direttamente dal carcere.
Questo è avvenuto nonostante le ormai croniche carenze di organico degli U.E.P.E. e l’assenza di risorse e strumenti di lavoro adeguati, a dimostrazione della validità del sistema dell’esecuzione penale esterna, che, in stretta relazione con il territorio, privilegia gli interventi di carattere socio-educativo a quelli di mero controllo di polizia.
Il controllo del servizio sociale si basa infatti, sul rapporto fiduciario che fa emergere la responsabilità e la capacità di autodeterminazione del soggetto e su strategie di intervento finalizzate a rimuovere efficacemente, attraverso un percorso individualizzato, le ragioni che hanno potuto favorire la commissione del reato, in sinergia con le risorse, istituzionali e non, presenti sul territorio. A ciò si aggiungono, in piena sintonia, gli interventi di controllo territoriale garantiti dalle Forze dell’Ordine che collaborano da anni con gli U.EP.E.
Per quale motivo dunque prevedere di "affidare alla polizia penitenziaria tutti i controlli sui soggetti che beneficiano di misure alternative?" Perché si sente il bisogno di pensare ad un ulteriore organismo che garantisca gli interventi di controllo territoriale finora effettuati dalle Forze dell’ Ordine e che risulta essere, inevitabilmente, un inutile doppione i cui costi comporterebbero un ulteriore significativo aggravio per le casse dello Stato? Come si ritiene di continuare a garantire il controllo sociale gestito dagli operatori sociali ?
Si pensa davvero che l’obiettivo di garantire sicurezza possa essere raggiunto solo attraverso la moltiplicazione dei controlli di polizia e delle agenzie che li effettueranno e non anche attraverso iniziative di aiuto al reinserimento sociale ?
Perché, quindi, sempre meno viene investito per creare ed organizzare sul territorio quella rete di servizi necessari ad intervenire in modo organico e coerente? Perché non destinare le poche risorse a disposizione alla comunità locale, dotandola di quei mezzi sufficienti ad attuare politiche di inclusione atte a prevenire il disagio sociale?
Chiediamo con forza che si apra una seria analisi sull’organizzazione del sistema penale che non si limiti a valutare i problemi come affrontabili e risolvibili con le sole azioni repressive ma che sappia realizzare concretamente quanto dichiarato dall’art.27 della Costituzione. Crediamo che questa capacità segni la sostanziale differenza tra un’azione di governo riformista e progressista e una conservatrice e autoreferenziata


Reggio Emilia, 14.12.06 Gli Assistenti Sociali
Stefania De Micheli
Marconi Maria Pia
Anna Goglia
Valentina Trizzino
Giuseppina Genco
Lucio Palladino
Antonella Bonini
Preziosa Pecorelli
Arianna Melegari
Maria Stefani
Natascia Di Cenzo
Rita Costa
Rosetta Riggio