L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

giovedì 8 novembre 2007

Avvenire

Assistenti sociali- Destinare più risorse alle misure alternative
Roma. Risorse adeguate per il potenziamento degli Uffici di esecuzione penale esterna, visti i buoni risultati ottenuti con le misure alternative al carcere. E' questo l'appello al Ministero della Giustizia, in un momento così cruciale su tema della sicurezza, lanciato ieri dall'Ordine degli assistenti sociali nel corso della giornata di confronto sulle proposte di riforma che riguardano in particolare l'affidamento in prova al servizio sociale, inserito nel sistema penitenziario dal 1975. Oggi gli UEPE, Uffici penali di esecuzione penale esterna, sono 60 sparsi in tutto il territorio nazionale e coinvolgono circa 1200 assistenti sociali. Gli Uffici, con le forze dell'Ordine, si occupano delle misure fuori dal carcere delle condanne definitive fino a tre anni, prolungate a sei anni per i tossicodipendenti. Con quali risultat? Positivi, secondo le statistiche che parlano di 45.546 misure alternative nel 2006, tra affidamenti, semilibertà, detenzioni domiciliari, libertà vigilate e sanzioni sostitutive, con revoche dell'affidamento intorno al 12,93% (un totale cioè del 6,06 %). E una ricerca della direzione generale esecuzione penale esterna ha riscontrato una recidiva in nuovi reati nel 19% dei casi di affidamento in prova, contro il 68,45% delle recidive degli scarcerati che invece non avevano usufruito di misure alternative al carcere. "La sicurezza non dev'essere intesa come segregazione- dice il presidente dell'Ordine degli Assistenti sociali Fiorella Cava- ma attraverso sanzioni e misure non detentive, con maggiori risorse e un aumento dell'organico degli assistenti sociali". "Questa politica- aggiunge il vicepresidente dell'Ordine Franca Dente- non è un "premio", ma si basa sul rapporto di fiducia tra l'assistente sociale e il condannato e sulla sua responsabilizzazione. Mentre per esempio, l'ipotesi di inserimento nel controllo della polizia penitenziaria, oltre alle forze dell'Ordine, potrebbe snaturare questo tipo di approccio".(M.Gamb)