UEPE REGGIO CALABRIA
CONFERENZA NAZIONALE SULL’ESECUZIONE PENALE ESTERNA
ROMA 15-16 NOVEMBRE 2007
Documento dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna
di Reggio Calabria
RIUNIONE DEL 12 NOVEMBRE 2007
A seguito del Convegno fissato per il 15 e 16 Novembre 2007 che si terrà presso l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari in Roma, il Direttore -Dr. Mario Nasone- ha indetto in data odierna una riunione con gli Assistenti Sociali dell’UEPE di Reggio Calabria, al fine di rilevare spunti di riflessione utili per la tematica del convegno: “Una nuova politica della pena: quale progetto per l’Esecuzione Penale Esterna?”.
ROMA 15-16 NOVEMBRE 2007
Documento dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna
di Reggio Calabria
RIUNIONE DEL 12 NOVEMBRE 2007
A seguito del Convegno fissato per il 15 e 16 Novembre 2007 che si terrà presso l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari in Roma, il Direttore -Dr. Mario Nasone- ha indetto in data odierna una riunione con gli Assistenti Sociali dell’UEPE di Reggio Calabria, al fine di rilevare spunti di riflessione utili per la tematica del convegno: “Una nuova politica della pena: quale progetto per l’Esecuzione Penale Esterna?”.
Nel corso della stessa sono state trattate le seguenti argomentazioni.
Ø Positività dei risultati sinora raggiunti: non si ravvisa la necessità di modificare l’organizzazione di un servizio che nel corso degli anni ha garantito positivamente l’esecuzione delle misure alternative come da ricerca DAP -Università della Sapienza- nonostante l’esiguità delle risorse materiali e finanziarie.
Ø E’ possibile però conseguire risultati ancor più significativi nell’attività sinora espletata. In particolare si possono individuare 2 obiettivi per i prossimi anni
1) Ridurre ulteriormente il fenomeno della recidiva (già contenuto) per i soggetti in misura alternativa venendo incontro alle richieste di maggiore sicurezza che provengono dalla società. La certezza della pena da più parte invocata non dice nulla. Deve valere certamente per gli esponenti della criminalità organizzata, per gli autori di crimini efferati e per tutti coloro che hanno fatto una scelta irreversibile di criminalità. Ma non affronta il problema vero che è quello della recidiva. Perché prima o poi il soggetto dal carcere esce e l’obiettivo da perseguire è quello di recuperare alla società il reo, impedire che possa creare altri danni, includerlo nella comunità e nello stesso tempo evitare di riempire le carceri come già sta avvenendo dopo l’indulto.
2) Estensione del numero dei soggetti in misura alternativa attraverso una politica di maggiore apertura dei Tribunali di Sorveglianza e con una nuova normativa che preveda la messa in prova anche per gli adulti ( stralcio riforma del codice penale) con particolare spazio alle attività di giustizia riparativa e di mediazione penale nei confronti delle vittime del delitto.
Ø Positività dei risultati sinora raggiunti: non si ravvisa la necessità di modificare l’organizzazione di un servizio che nel corso degli anni ha garantito positivamente l’esecuzione delle misure alternative come da ricerca DAP -Università della Sapienza- nonostante l’esiguità delle risorse materiali e finanziarie.
Ø E’ possibile però conseguire risultati ancor più significativi nell’attività sinora espletata. In particolare si possono individuare 2 obiettivi per i prossimi anni
1) Ridurre ulteriormente il fenomeno della recidiva (già contenuto) per i soggetti in misura alternativa venendo incontro alle richieste di maggiore sicurezza che provengono dalla società. La certezza della pena da più parte invocata non dice nulla. Deve valere certamente per gli esponenti della criminalità organizzata, per gli autori di crimini efferati e per tutti coloro che hanno fatto una scelta irreversibile di criminalità. Ma non affronta il problema vero che è quello della recidiva. Perché prima o poi il soggetto dal carcere esce e l’obiettivo da perseguire è quello di recuperare alla società il reo, impedire che possa creare altri danni, includerlo nella comunità e nello stesso tempo evitare di riempire le carceri come già sta avvenendo dopo l’indulto.
2) Estensione del numero dei soggetti in misura alternativa attraverso una politica di maggiore apertura dei Tribunali di Sorveglianza e con una nuova normativa che preveda la messa in prova anche per gli adulti ( stralcio riforma del codice penale) con particolare spazio alle attività di giustizia riparativa e di mediazione penale nei confronti delle vittime del delitto.
Di pari passo va sviluppato un vero e proprio Piano Marshall di reinserimento lavorativo e sociale che coinvolga Enti Locali, volontariato e cooperazione sociale
- Perchè questi obiettivi vengano raggiunti è necessario dare legittimità, forza e gambe agli UEPE come strutture deputate a pieno titolo a garantire una esecuzione penale esterna in grado di perseguire il recupero sociale del reo attraverso interventi ancora più mirati di sostegno e di controllo . Questo vuole dire in concreto
prevedere l’apertura di nuove sedi di servizio per coprire in modo capillare tutto il territorio provinciale e potere così avvicinare il servizio all’utenza ed al territorio - potenziamento degli organici degli assistenti sociali, assegnazione psicologi a tempo pieno
- offrire adeguata dotazione finanziaria e strumentale agli U.E.P.E. (macchine di servizio, autisti, risorse per borse-lavoro, ecc )
- riorganizzazione del lavoro per garantire un’attività più ampia, di sostegno e controllo dei soggetti in misura alternativa, in tutto l’arco della giornata, attraverso anche l’attivazione degli istituti contrattuali della reperibilità e la incentivazione del lavoro straordinario;
- ripristinare l’indennità di missione per gli assistenti sociali
- incentivare momenti di formazione integrata con gli operatori degli Enti Locali e del terzo settore per meglio qualificare e potenziare la metodologia del Servizio Sociale (laboratori, lavoro di rete con gli EE.LL., e coinvolgimento dell’Università per attività di aggiornamento).
- Prevedere per ogni Ufficio centrale UEPE un Dirigente e garantire anche in questo pari dignità tra Istituti Penitenziari e UEPE (inquadrati oltre 500 Dirigenti Penitenziari a fronte di circa 40 Dirigenti di Esecuzione Penale Esterna con un terzo di UEPE in atto privi di Dirigenti)
- Inserimento degli UEPE tra gli Uffici che possono chiedere informazioni per iscritto alle Forze dell’Ordine attraverso la previsione a livello centrale di protocolli operativi che possono inoltre migliorare la comunicazione e collaborazione tra UEPE e FORZE DELL’0RDINE con l’obiettivo di una gestione integrata delle misure alternative e quindi maggiore sicurezza. La polizia penitenziaria potrebbe sostituire nel controllo le altre forze dell’ordine ma con enormi costi economici per la collettività
- Possibilità per gli UEPE di potere – tramite la polizia penitenziaria – utilizzare il sistema SDI per l’acquisizione di informazioni utili all’osservazione del soggetto che richiede dalla libertà la misura alternativa e quindi garantire maggiore oculatezza nelle indagini sociali, migliorare il controllo sulla condotta.
GLI ASSISTENTI SOCIALI DELL’UEPE DI REGGIO CALABRIA
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