CARCERE- IL COORDINATORE NAZIONALE CISL PENITENZIARI SULL'ARTICOLO DI ANTONIO STELLA: LA DISINFORMAZIONE E' PERICOLOSA
Carceri: assunti al nord, subito al sud
LA DISINFORMAZIONE E' PERICOLOSA PERCHE' ALIMENTA SOLO MALCONTENTO
Abbiamo letto ieri l'articolo di Gian Antonio Stella, che sulla prima pagina del Corriere delle Sera, prende spunto da quello che sarebbe un esodo di poliziotti penitenziari neo-assunti delle sedi del nord e trasferiti immediatamente al sud, per denunciare un malcostume nella gestione degli organici del personale delle carceri italiane.
Il problema dell'insufficienza delle dotazioni organiche del personale delle carceri, e non solo della
polizia penitenziaria, non è riconducibile ad una situazione che in modo semplicistico il dott. Stella
intende circoscrivere ad una assunzione di nuovi poliziotti penitenziari.
E' infatti da molto tempo che la CISL, congiuntamente alle altre OO.SS. del Personale, chiede di aprire un tavolo di confronto all'Amministrazione Penitenziaria ed ai diversi Ministri della Giustizia alternatisi nelle ultime legislature. Un tavolo dove si affronti con serietà il tema perchè troppe sono le modifiche intervenute nel lavoro della Polizia Penitenziaria. A questo si aggiunga l'inadeguatezza delle piante organiche che furono previste (solo per gli Istituti) nel 2001 da una fantomatica commissione ministeriale che, giova ricordarlo, autonomamente stabilì quali fossero gli organici necessari per le sedi. Una commissione che - presieduta allora da un Generale del disciolto Corpo AA.CC. - visitò gli Istituti e con poche ore per ogni realtà propose la pianta organica da prevedersi.
Il resto lo fece l'allora Ministro della Giustizia Piero Fassino, che prendendo per “oro colato” quello che riferì la Commissione, emanò il peggior Decreto Ministeriale che poteva realizzare.
A nulla sono valse le proteste, ripetute e costanti negli anni, con tutti i Governi alternatisi, perchè fosse annullato quel lavoro scellerato e si facesse chiarezza. Ma Tutti – proprio Tutti – hanno fatto finta di niente.
Il personale della Polizia Penitenziaria che opera nei Provveditorati Regionali, nelle Scuole di Formazione, nel Dipartimento centrale, negli Uffici per l'esecuzione Penale Esterna, nei Reparti e
nelle Specializzazioni (Gruppo Operativo Mobile, Nucleo Investigativo Centrale, Ufficio Sicurezza
Prevenzione e Scorte, Basi Navali, Reparto a cavallo, Tiratori scelti e Istruttori di Tiro, Banda Musicale del Corpo, Gruppi Sportivi, Nuclei Traduzioni e Piantonamenti detenuti e Nuclei Aereoportuali e Portuali) devono vedere prevista una dotazione organica di personale propria e non gravare – come invece accade - sulle piante organiche degli Istituti.
Questo è alla base della gravissima sofferenza sulle condizioni di lavoro del personale, di tutto il personale penitenziario. Sì perchè aver determinato che anche le assunzioni di personale amministrativo, tecnico e contabile, rientrassero nei blocchi delle assunzioni del Pubblico Impiego
dalle ultime leggi finanziarie, ha costretto sempre più spesso l'Amministrazione Penitenziaria ad impiegare personale di polizia in compiti non istituzionali. E' questa una possibilità negata dalle norme vigenti ma è stata anche l'unica valvola di sfogo per l'Amministrazione per evitare la paralisi di servizi essenziali al funzionamento del sistema penitenziario.
Esiste poi il problema della mobilità del personale di polizia penitenziaria tra sedi delle diverse aree geografiche del Paese. Ma dire che i neo assunti agenti per il nord siano stati spostati al sud è una bugia e tende solo a fare scoop utilizzando invece il disagio di migliaia di persone che, al Servizio del Paese, sacrificano affetti e vita personale per essere assegnati dallo Stato in realtà sociali spesso diversissime e lontane dai loro luoghi di origine.
Dovremmo casomai preoccuparci del perchè nessuno si occupi di creare opportunità di seria inclusione sociale di queste persone nel tessuto socio-culturale delle località dove lo Stato decide di impiegarli. Spesso infatti questi stessi poliziotti penitenziari hanno grandi difficoltà a trovare soluzioni abitative dignitose e coerenti con i loro stipendi per potersi organizzare la vita, possibilmente con le loro famiglie, in realtà tanto distanti dai luoghi di provenienza.
Orari di servizio assurdi e pregiudizi di cui spesso sono fatti oggetto anche dai cittadini, grazie anche ad un metodo denigratorio di farli conoscere tra la gente dagli stessi mass-media (secondini, carcerieri etc. etc.) li pongono in una sub-condizione di misurasi con l'inserimento in comunità cittadine tanto diverse tra loro.
Infine, anche i numeri che ha diffuso quel “dossier” del Dott. Stella, sono imprecisi.
Il personale della Polizia Penitenziaria che opera nei Provveditorati Regionali, nelle Scuole di Formazione, nel Dipartimento centrale, negli Uffici per l'esecuzione Penale Esterna, nei Reparti e
nelle Specializzazioni (Gruppo Operativo Mobile, Nucleo Investigativo Centrale, Ufficio Sicurezza
Prevenzione e Scorte, Basi Navali, Reparto a cavallo, Tiratori scelti e Istruttori di Tiro, Banda Musicale del Corpo, Gruppi Sportivi, Nuclei Traduzioni e Piantonamenti detenuti e Nuclei Aereoportuali e Portuali) devono vedere prevista una dotazione organica di personale propria e non gravare – come invece accade - sulle piante organiche degli Istituti.
Questo è alla base della gravissima sofferenza sulle condizioni di lavoro del personale, di tutto il personale penitenziario. Sì perchè aver determinato che anche le assunzioni di personale amministrativo, tecnico e contabile, rientrassero nei blocchi delle assunzioni del Pubblico Impiego
dalle ultime leggi finanziarie, ha costretto sempre più spesso l'Amministrazione Penitenziaria ad impiegare personale di polizia in compiti non istituzionali. E' questa una possibilità negata dalle norme vigenti ma è stata anche l'unica valvola di sfogo per l'Amministrazione per evitare la paralisi di servizi essenziali al funzionamento del sistema penitenziario.
Esiste poi il problema della mobilità del personale di polizia penitenziaria tra sedi delle diverse aree geografiche del Paese. Ma dire che i neo assunti agenti per il nord siano stati spostati al sud è una bugia e tende solo a fare scoop utilizzando invece il disagio di migliaia di persone che, al Servizio del Paese, sacrificano affetti e vita personale per essere assegnati dallo Stato in realtà sociali spesso diversissime e lontane dai loro luoghi di origine.
Dovremmo casomai preoccuparci del perchè nessuno si occupi di creare opportunità di seria inclusione sociale di queste persone nel tessuto socio-culturale delle località dove lo Stato decide di impiegarli. Spesso infatti questi stessi poliziotti penitenziari hanno grandi difficoltà a trovare soluzioni abitative dignitose e coerenti con i loro stipendi per potersi organizzare la vita, possibilmente con le loro famiglie, in realtà tanto distanti dai luoghi di provenienza.
Orari di servizio assurdi e pregiudizi di cui spesso sono fatti oggetto anche dai cittadini, grazie anche ad un metodo denigratorio di farli conoscere tra la gente dagli stessi mass-media (secondini, carcerieri etc. etc.) li pongono in una sub-condizione di misurasi con l'inserimento in comunità cittadine tanto diverse tra loro.
Infine, anche i numeri che ha diffuso quel “dossier” del Dott. Stella, sono imprecisi.
Le carenze numeriche appartengono prevalentemente a tutte le sedi del centro- nord, ma non esclusivamente. Infatti sono moltissime quelle del centro e del sud che soffrono dello stesso problema.
In queste ultime realtà lavorative il personale riesce ad arrivarci dopo anni di lavoro al centro nord.
Ne consegue che gli ultimi anni di carriera coincidono poi con il pensionamento che non registra mai una parificazione tra uscite ed entrate dagli organici del Corpo. Se ciò non fosse vero non si spiegherebbero i molteplici provvedimenti di mobilità temporanea che i dirigenti dell'Amministrazione periferica nelle sedi del sud sono costretti a disporre tra una sede e l'altra di quelle regioni.
Comprendiamo che quanto da noi affermato non serve ad un qualificato giornalista come il dott. Stella..... non serve semplicemente perchè non fa scoop. E dato che la normalità delle verità nella gestione del vivere quotidiano comune delle persone non fa notizia, molto probabilmente faremo fatica a veder pubblicata e/o divulgato sui mezzi d'informazione questo nostro contributo di verità.
Comprendiamo che quanto da noi affermato non serve ad un qualificato giornalista come il dott. Stella..... non serve semplicemente perchè non fa scoop. E dato che la normalità delle verità nella gestione del vivere quotidiano comune delle persone non fa notizia, molto probabilmente faremo fatica a veder pubblicata e/o divulgato sui mezzi d'informazione questo nostro contributo di verità.
Il Coordinatore Responsabile
M.Mammuccari
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