L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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mercoledì 6 febbraio 2008

RISTRETTI ORIZZONTI


Monitoraggio Dap, in regola solo il 16% delle celle
6 febbraio 2008

Solo il 16% delle camere che ospitano i detenuti nelle carceri italiane può ritenersi corrispondente agli standard previsti dal regolamento penitenziario (servizi igienici in un vano separato, disponibilità di acqua calda e doccia): è quanto si desume da un monitoraggio realizzato dal Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) sullo stato di attuazione del regolamento.
Sono infatti appena 4.763 le camere detentive che rispettano le condizioni igieniche previste dal regolamento su un totale di 28.828. Altre 1.753 sono in via di adeguamento attraverso ristrutturazioni o nuove costruzioni. Un po’ meglio vanno le cose per quanto riguarda le sale colloqui: superano infatti il 50% (272 su 530) quelle nelle quali sono stati aboliti i vetri divisori. In tutti gli istituti di pena non è stato ancora fatto nulla per separare le camere dei detenuti non fumatori da quelle dei fumatori. Il numero degli asili nido per madri detenute è invece salito a 37.
"Di tali dati - scrive il rapporto del Dap - si terrà debito conto nelle prossime programmazioni di spesa e nella enucleazione in tutte le sedi delle esigenze di finanziamento del Dipartimento, pur nella realistica consapevolezza che il completo adeguamento richiederebbe l’investimento della somma approssimativa di 400 milioni di euro".
La realizzazione delle previsioni degli art. 134 e 135 del regolamento era prescritta in cinque anni da una norma contraddittoria che aggiungeva, smentendo quello che prima aveva prescritto, che le relative ristrutturazioni avrebbero dovuto essere attuate "secondo gli interventi di edilizia penitenziari resi possibili dalle possibilità di bilancio": disponibilità che hanno conosciuto negli ultimi sette anni un trend costantemente decrescente.
A parte la scarsità dei mezzi finanziari un’altra difficoltà è stata infatti rappresentata dal sovraffollamento delle carceri dal momento che le ristrutturazioni da una parte richiedono temporanei svuotamenti di interi reparti e, dall’altra, comportano una riduzione delle camere detentive "per la necessità di destinare una cella su tre ai nuovi servizi igienici da collocare in vani separati" sicché sarebbe necessario prevedere, accanto alle ristrutturazioni la costruzione di nuovi padiglioni detentivi nei diversi istituti di pena.
In definitiva per quanto riguarda gli aspetti logistici il rapporto evidenzia come: non siano uniformemente e completamente garantire neppure le disposizioni riguardanti l’areazione e l’illuminazione dei locali; nella stragrande maggioranza dei casi le docce siano ubicate nelle sezioni; siano ovunque inesistenti esistenti le camere per i detenuti non fumatori.

Lavori di ristrutturazione e nuove costruzioni

Il Rapporto informa che sono in corso, anche ai fini dell’adeguamento al Regolamento, i seguenti lavori di ristrutturazione:
Provveditorato Abruzzo e Molise: ristrutturazioni presso la C.C. Pescara con adeguamento al Dpr 230/2000 e recupero di 150 posti detentivi; lavori per l’importo di euro 2.500.000;
Provveditorato Basilicata: adeguamento sala colloqui detenuti al Dpr 230/2000 e servizi igienici del personale; lavori per l’importo di euro 381.500;
Provveditorato Calabria: C.C. Paola: ristrutturazione e adeguamento al Dpr 230/2000 con recupero di 40 posti detentivi, per l’importo di euro 600.000;
Provveditorato Lazio: completamento della ristrutturazione della IV sezione dell’Istituto Penitenziario di Regina Coeli con adeguamento al Dpr 230/2000 con recupero 100 posti detentivi per l’importo di euro 3.200.000;
Provveditorato Lombardia: C.C. Milano Opera: lavori di ristrutturazione di un reparto detentivo con adeguamento al Dpr 230/2000 - 2° lotto di 6, per l’importo di euro 1.500.000;
Provveditorato Puglia: C.C. Bari: Ristrutturazione 2° sezione ed adeguamento al Dpr 230/2000, per l’importo di euro 3.350.000;
Provveditorato Sardegna: C.C. Nuoro: lavori di ristrutturazione generale ed adeguamento al DPR 230/2000, 1° lotto per l’importo di euro 2.400.000;
Provveditorato Triveneto: C.C. Padova: Ristrutturazione generale adeguamento al Dpr 230/2000, con recupero 150 posti detentivi, per l’importo di euro 4.750.000.
"A seguito di ulteriore stanziamento - prosegue il rapporto - di euro 55.450.000 successivamente ottenuto, in aggiunta all’originaria somma di euro 43.681.662.00, è stato possibile disporre nuovi lavori relativi alla realizzazione di 4 padiglioni detentivi, da 200 posti ciascuno, presso gli Istituti Penitenziari di Agrigento, Carinola, Cremona e Terni, con conseguente creazione di 1.460 nuovi posti, (adeguati al regolamento) e l’adeguamento regolamentare di 720 posti, già esistenti.
Per il prossimo mese di febbraio è poi prevista l’ultimazione di un nuovo padiglione detentivo, per 350 posti, presso la C.C. Milano Bollate; inoltre sono stati recentemente appaltati i lavori di realizzazione di 3 nuovi padiglioni, di 200 posti ciascuno, presso i penitenziari di Avellino, Cuneo e Velletri.
Con finanziamenti già disponibili saranno poi appaltati entro il corrente esercizio i lavori di costruzione di 3 nuovi padiglioni, di 300 posti ciascuno, presso gli istituti di Catanzaro, Palermo Pagliarelli e S.M. Capua Vetere. Se lo consentiranno le disponibilità finanziarie per gli anni 2008-2009, le priorità già evidenziate potrebbero consentire la realizzazione in detti anni di 8 padiglioni presso 8 ulteriori istituti".

Carenze nelle attività trattamentali

Ugualmente carente l’attuazione del regolamento, secondo il rapporto, per quanto riguarda le attività trattamentali che dovrebbero presiedere al recupero, alla rieducazione e al reinserimento sociale del detenuto.
A questo proposito:
le disposizioni "non sono uniformemente rispettate";
il termine di nove mesi previsto per il Programma individualizzato di trattamento è rispettato solo "dove l’organico del personale educativo sia adeguato";
la carenza in organico del personale educativo "sfiora il 50%";
in molti istituti "non è regolarmente funzionante "la commissione per l’ammissione al lavoro dei detenuti;
il lavoro, la cui obbligatorietà è sancita sia dall’Ordinamento penitenziario sia dal regolamento, è invece "un privilegio per pochi";
"persistono difficoltà" nella realizzazione di una completa separazione dei detenuti giudicabili da quelli definitivi;
la regionalizzazione della pena "resta parzialmente inattuata" e, per gli stessi detenuti già condannati, "la territorializzazione della pena non trova costante attuazione";
il regolamento interno d’istituto non è stato predisposto in tutti gli istituti;
in attesa del passaggio delle competenze della medicina penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale, previsto dalla finanziaria, l’attuazione dell’assistenza sanitaria "risulta eterogenea", risentendo degli accordi intrapresi a livello locale fra provveditorati e regioni e fra direzioni d’istituto e Asl;
anche nel trattamento dei tossicodipendenti, nonostante i Sert siano costituiti in tutto il territorio nazionale, la situazione cambia "a seconda della sensibilità dimostrata dalle singole Asl".