L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

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venerdì 8 febbraio 2008

Interrogazione alla Camera dei Deputati sul fenomeno dei trasferimenti e dei distacchi del personale di polizia penitenziaria

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-06240 presentata da ERMETE REALACCI lunedì 4 febbraio 2008 nella seduta n.274
REALACCI. -
Al Ministro della giustizia.- Per sapere - premesso che: secondo i dati statistici forniti dal Ministero della giustizia, l'effetto indulto sta andando verso l'esaurimento e le carceri sono nuovamente a rischio sovraffollamento.
Nel giugno 2007 a fronte di una capienza regolamentare di 43.140 posti già si erano raggiunte le 43.957 presenze di detenuti; a fronte di questo si registra una diffusa carenza di personale carcerario. Secondo il Sappe, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, i due fenomeni determinano una miscela non certo rassicurante che deve essere continuamente monitorata e sulla quale occorre intervenire; stando ai dati forniti dallo stesso Ministero della giustizia, inoltre, risulta che gli organici in dotazione agli istituti di pena del centro-nord registrino una situazione di generale carenza del personale effettivamente in servizio;
tale fenomeno è dovuto in parte alle mancate assunzioni in servizio, ma è decisamente aggravato dal gran numero di richieste di trasferimento in sedi del sud Italia, luogo di origine della maggior parte del personale penitenziario italiano, con una emorragia di personale nelle carceri del centro nord; il fenomeno sopra descritto determina da una parte la carenza di personale in determinate aree geografiche e in alcuni istituti del centro nord, mentre dall'altra fa registrare veri proprio esuberi nelle aree geografiche del sud e nelle isole. Di conseguenza si riscontra un eccesso di personale in alcune sedi e gravi carenze in altre;
semplificativa di questo quadro, la situazione della Toscana, dove nel 2007 si registra un 37 per cento in meno rispetto agli organici che dovrebbero essere garantiti, con dei picchi nell'Istituto penitenziario di Gorgona con - 50,5 per cento di deficit di organico operante, Arezzo con - 41,5 per cento o Pisa con - 36,2 per cento; la situazione che si determina è grave e merita la massima attenzione sia dal punto di vista della condizione dei detenuti, sia della situazione in cui si trovano ad operare le persone impegnate nei servizi di sorveglianza e di assistenza degli istituti di pena;
la carenza di personale nelle carceri, infatti, da una parte genera maggiori carichi di lavoro e di stress per le guardie, ma dall'altra anche meno diritti, meno assistenza e più disagi per i detenuti;
è opportuno segnalare, inoltre, che anche il trasferimento di questo personale molto spesso avviene nonostante il parere contrario dei dirigenti delle strutture che si vedono assottigliare gli organici. Parere di cui, invece, si dovrebbe tenere maggior conto in sede decisionale per approvare o meno tali richieste;
la circostanza è particolarmente delicata e complessa, anche stando a quanto rilevato dall'Associazione Ristretti Orizzonti e agli allarmi lanciati dai sindacati di categoria, secondo i quali, negli ultimi anni, il fenomeno dei suicidi nelle carceri, non solo fra i detenuti (43 nel solo 2007), ma anche da parte del personale penitenziario, va considerato come una vera e propria emergenza. Non è erroneo pensare infatti che le cause vanno ricercate in turni massacranti, carichi di lavoro eccissivi, rapporti umani inesistenti;
si deve tenere conto, inoltre, dei disagi che incarichi molto lontano dal luogo di provenienza possono essere anch'essi causa di disagio sociale e psicologico. Sarebbe opportuno venire incontro alle esigenze del personale con soluzioni per migliorare la loro situazione, come per esempio, un'attenzione e un'agevolazione per le condizioni abitative. L'equilibrio è delicato perché se si osservano le statistiche relative ai suicidi fra il personale della Polizia Penitenziaria, si nota un picco nel 2007 con addirittura 7 suicidi (quattro negli ultimi dieci giorni dell'anno, che corrispondono a un tasso di 1,63 su 10.000 persone, ovvero quasi il triplo della percentuale che si riscontra a livello nazionale. Una casistica che ha indotto il Sappe ha sollecitare l'apertura di un tavolo interministeriale che conduca un'inchiesta per capire quanto abbiano inciso le difficili condizioni lavorative sui drammatici atti delle guardie e di appurare se fra le guardie carcerarie sia diffusa la sindrome del burn-up, ossia il disagio derivante dalla discrepanza tra i propri ideali e le effettive condizioni di lavoro.
Un fenomeno questo che in qualche misura può anche essere messo in relazione con i disagi di ordine sociale e familiare che destinazioni lontano dai luoghi di origine può provocare -: come intenda verificare e approfondire il fenomeno dei trasferimenti ai fini di ottimizzare la gestione del personale in dotazione; come intenda scongiurare i rischi derivanti da un lato dal sovraffollamento delle carceri e dall'altro dalle carenze di personale in dotazione riscontrate; come intenda salvaguardare i diritti del personale di guardia e migliorare la loro condizione sociale come la dotazione di alloggi adeguati e/o la possibilità di avere integrazioni al reddito per casa o famiglia. (4-06240)