Giustizia: Emergenza sicurezza, lotta dura… contro la paura
Panorama, 24 aprile 2008
"Ma quali statistiche, i cittadini si basano su quello che vedono e che sentono". Il sociologo Marzio Barbagli dà poco peso ai dati diffusi il 21 aprile dal Viminale mentre infuriano le polemiche sulla sicurezza: secondo la Direzione centrale polizia criminale, nel secondo semestre 2007 tutti i reati sono calati rispetto al semestre precedente, tranne i furti in abitazione. Ma, oltre al fatto che molti reati non vengono denunciati, i dati delle principali città segnano invece un aumento della cosiddetta microcriminalità.
Barbagli, docente all’Università di Bologna, l’anno scorso ha coordinato il gruppo di lavoro che ha redatto il Rapporto sulla sicurezza voluto dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato, e relativo al 2006. "Il senso di insicurezza non cambia se c’è una variazione minima da un anno all’altro. Non è vero che i cittadini esagerano" taglia corto Barbagli.
Silvio Berlusconi ha confermato che la sicurezza sarà oggetto di uno dei primi provvedimenti del prossimo governo. Alfredo Mantovano, senatore uscente di An ed eletto alla Camera con il Pdl, elenca i tre temi centrali, oltre a maggiori poteri alle polizie municipali: "Fondi adeguati al Viminale, immigrazione e certezza della pena". Sono dibattuti da tempo, con inevitabili polemiche, e la loro soluzione sembra l’ultima spiaggia per evitare degrado e rivolte di piazza. Vediamo nel dettaglio.
Il governo Prodi, attacca Mantovano, ha tagliato le risorse al ministero dell’Interno: "Lo stesso Amato, in un’audizione alla Camera, disse il 30 maggio 2007 che solo per benzina e manutenzione delle vetture i 67 milioni della Finanziaria 2006 erano scesi a 27 milioni. E che circa il 40 per cento delle macchine della polizia era fermo per mancanza di benzina e di pezzi di ricambio". In quell’audizione Amato e il viceministro Marco Minniti spiegarono che i mezzi con un’età superiore ai sette anni variano dal 26 al 54 per cento. Amato aggiunse, con amara ironia: "Ho suggerito ai vigili del fuoco di non pagare gli affitti e di pagare la benzina. Il benzinaio li manda a quel paese se si presentano senza pagare, mentre è possibile che il padrone di casa non li cacci". A questo si aggiunge una carenza di organico di circa 25 mila unità tra Ps, Carabinieri e Finanza, che Mantovano addebita alla mancanza di concorsi dall’insediamento di Prodi.
L’immigrazione è ormai un’emergenza quotidiana. Sono clandestini gli autori delle violenze sessuali degli ultimi giorni a Milano, Roma e Torino. Il Viminale attribuisce il 35 per cento dei reati agli stranieri, con i romeni al primo posto. Dati analoghi a quelli del Dipartimento amministrazione penitenziaria: il 37,62 per cento dei detenuti è composto da stranieri (19.821 al 21 aprile).
Mantovano (e d’accordo con lui è il leghista Roberto Maroni) annuncia una rinegoziazione della direttiva europea del 2004 sulla circolazione dei comunitari. "Con l’entrata nell’Ue di nuovi paesi come la Romania la situazione è cambiata" spiega l’ex sottosegretario all’Interno. "Chi arriva per delinquere non affitta una stanza, ma dorme in riva al Tevere. E poi va applicata correttamente la legge Bossi-Fini, in particolare per le espulsioni".
Anche qui i dati parlano chiaro. Premesso che il Viminale non ha diffuso quelli del 2007, i clandestini effettivamente espulsi nel 2006 sono stati 22.770, contro i 30.428 del 2005, i 32.874 del 2004 e via salendo. Anche se si aggiungono quelli respinti alle frontiere e dai questori, nel 2006 la cifra sale a 45.449, appena il 36,5 per cento dei clandestini individuati dalle forze dell’ordine (oltre 124 mila), la maggior parte dei quali è rimasta in Italia senza curarsi del foglio di via.
L’espulsione è legata ai centri di permanenza temporanea. "Prodi ne ha chiusi 3 su 15 (Brindisi, Ragusa e Crotone) e gli altri funzionano a velocità ridotta. Sarà necessario un Cpt in ogni regione" continua l’esponente del Pdl. "Vuole un esempio? La Toscana, dove lo hanno sempre rifiutato, ha un alto tasso di clandestini. Se un poliziotto trova un cinese irregolare a Prato, è costretto a cercare posto fuori regione, con aggravi di tempo e di denaro. Finisce che gli si dà il foglio di via e il cinese resta dov’è".
Anche sulla certezza della pena ci sarà da lavorare. Mantovano crede che, per cominciare, basti un pò di buon senso. Come? "Con una legge in base alla quale più si commettono reati, meno benefici si hanno. La questione non è abolire la legge Gozzini, quanto che i vari benefici vengono concessi ai detenuti contemporaneamente, anche ai plurirecidivi".
L’insicurezza è avvertita soprattutto nelle grandi aree urbane. E che il calo dei reati non sia vero per la cosiddetta microcriminalità è confermato dal Rapporto del Viminale: vengono denunciati la metà dei borseggi e appena un terzo degli scippi. È necessaria più collaborazione tra governo e comuni. "Migliorerà con due leggi" prevede Mantovano. "La prima per modificare le norme sulla polizia municipale; l’altra sugli istituti di vigilanza privati, regolati da norme del 1931?.
I vigili dovrebbero avere più poteri e una diversa copertura giuridica, oltre a risorse e corsi di formazione: "Attribuendo loro aree di competenza come l’abusivismo commerciale e la contraffazione, le polizie recupererebbero molto personale".
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