Giustizia/Carcere- Ferrara (Dap): nuove carceri? non sono la soluzione
Ansa, 24 aprile 2008
È "velleitario" pensare di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri soltanto con la costruzione di nuovi istituti di pena; piuttosto, servono "interventi strutturali" come l’accelerazione del processo penale e l’abbattimento dell’elevato numero dei detenuti stranieri che sono arrivati a circa il 37% del totale. Il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Ettore Ferrara, spiega così all’Ansa, la necessità di agire tempestivamente per evitare che, al ritmo di mille detenuti al mese, le carceri tornino a riempirsi come prima dell’indulto.
Dai 38.874 detenuti dell’agosto 2006 (vale a dire subito dopo il varo dell’atto di clemenza), dopo 19 mesi si è arrivati a 52.686 e si sta inesorabilmente marciando verso i 63mila, record storico raggiunto nel luglio di due anni fa. "Bisogna innanzitutto intervenire sull’accelerazione del processo penale, visto l’elevato numero dei detenuti in custodia cautelare: se si riduce il tempo del processo, si riduce anche il tempo della misura cautelare", è la prima osservazione di Ferrara.
I detenuti definitivi sono infatti appena 21.645, mentre 16.185 sono in attesa di giudizio, 9.570 gli appellanti, 3.719 i ricorrenti. Il secondo problema resta quello dei detenuti stranieri. "Il nostro sistema penitenziario - fa notare Ferrara - è per il recupero e il reinserimento sociale. Ma che senso ha parlare di reinserimento per persone lontane dal paese di origine? Servirebbe intervenire con accordi internazionali per garantire, in maniera più fattiva, l’espulsione dei detenuti stranieri nelle carceri italiane". Ma non solo.
"Se gli extracomunitari o gli stranieri in genere entrano in carcere per aver commesso reati non gravi, forse sarebbero più efficaci misure alternative alla detenzione". In altri termini, il capo del Dap ipotizza un doppio binario per i detenuti stranieri: da un lato la "depenalizzazione per coloro che violano le leggi sull’immigrazione o hanno commesso reati non gravi come ad esempio la contraffazione di cd o dvd"; dall’altro "tentare di rimpatriare nei paesi di origine, con accordi bilaterali, i detenuti stranieri che hanno commessi violenze o delitti efferati.
Se vogliamo più sicurezza, allora è necessario che in carceri ci siano solo coloro che hanno commesso reati di grave allarme sociale". Ferrara non condivide l’idea di risolvere il problema del sovraffollamento solo con la costruzione di nuove carceri: "Ci vogliono anni e decine milioni di euro. L’ultima finanziaria ha stanziato 70milioni di euro per l’edilizia penitenziaria. Con questi soldi potremmo costruire solo tre carceri per un totale di circa duemila persone. È velleitario pensare a questa come unica soluzione".
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