Giustizia/Carcere- Ubaldi (UDC):certezza della pena e nuove carceri
Ansa, 8 aprile 2008
Certezza della pena, nuove carceri, immigrazione controllata e rifiuto verso nuove forme di indulto generalizzato. Infine ripristino degli stanziamenti di bilancio, precedenti alle ultime due finanziarie del Governo Prodi, a favore delle forze dell’ordine. È la ricetta di Elvio Ubaldi, candidato come capolista al Senato per l’Unione di Centro nella circoscrizione Emilia Romagna, per rispondere alla crescente richiesta di sicurezza da parte dei cittadini di Parma e dell’Emilia Romagna. "È dovere dello Stato rendere la vita della gente più sicura, potenziando gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine, aumentando i controlli sull’immigrazione ed incentivando l’integrazione difendendo fortemente la nostra identità".
In particolare Ubaldi chiede maggiore dignità e più risorse da destinare alle forze di polizia, "ridotte fortemente durante il Governo Prodi". A questa categoria infatti, secondo Ubaldi, è necessario riconoscere l’insostituibile funzione di presidio della legalità attraverso la certezza della pena e attraverso nuovi fondi da stanziare, grazie ai quali sarebbe possibile remunerare adeguatamente il rischio e il disagio: "Tutti aspetti - continua Ubaldi - che incentivano gli agenti nel compimento della loro azione". Circa le nuove carceri Ubaldi le indica come "necessarie", di fronte all’aumento dei detenuti e alla necessità di applicare le pene, "al fine di risolvere il problema del sovraffollamento che rende la situazione delle prigioni esplosiva".
Ubaldi propone leggi per un’immigrazione davvero controllata, che va condizionata alla disponibilità di lavoro, abitazione e regolarizzazione fiscale: "Immigrazione che deve integrarsi nel rispetto non solo della nostra legge ma anche della nostra cultura e tradizione. Per questo chi è autore di reati gravi deve scontare la pena in Italia, mentre per i crimini meno importanti è necessaria l’espulsione e, attraverso accordi bilaterali, la detenzione in carcere nei Paesi di origine". Quindi lotta senza quartiere alla microcriminalità, al traffico di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione e alla riduzione in schiavitù. Inoltre no al giudizio abbreviato per reati quali la violenza sulle donne e la pedofilia.
"Questa che propongo - conclude Ubaldi - non è una cultura della repressione ma una cultura delle regole. Perché una società che si impone delle regole è una società civile e del rispetto".
Certezza della pena, nuove carceri, immigrazione controllata e rifiuto verso nuove forme di indulto generalizzato. Infine ripristino degli stanziamenti di bilancio, precedenti alle ultime due finanziarie del Governo Prodi, a favore delle forze dell’ordine. È la ricetta di Elvio Ubaldi, candidato come capolista al Senato per l’Unione di Centro nella circoscrizione Emilia Romagna, per rispondere alla crescente richiesta di sicurezza da parte dei cittadini di Parma e dell’Emilia Romagna. "È dovere dello Stato rendere la vita della gente più sicura, potenziando gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine, aumentando i controlli sull’immigrazione ed incentivando l’integrazione difendendo fortemente la nostra identità".
In particolare Ubaldi chiede maggiore dignità e più risorse da destinare alle forze di polizia, "ridotte fortemente durante il Governo Prodi". A questa categoria infatti, secondo Ubaldi, è necessario riconoscere l’insostituibile funzione di presidio della legalità attraverso la certezza della pena e attraverso nuovi fondi da stanziare, grazie ai quali sarebbe possibile remunerare adeguatamente il rischio e il disagio: "Tutti aspetti - continua Ubaldi - che incentivano gli agenti nel compimento della loro azione". Circa le nuove carceri Ubaldi le indica come "necessarie", di fronte all’aumento dei detenuti e alla necessità di applicare le pene, "al fine di risolvere il problema del sovraffollamento che rende la situazione delle prigioni esplosiva".
Ubaldi propone leggi per un’immigrazione davvero controllata, che va condizionata alla disponibilità di lavoro, abitazione e regolarizzazione fiscale: "Immigrazione che deve integrarsi nel rispetto non solo della nostra legge ma anche della nostra cultura e tradizione. Per questo chi è autore di reati gravi deve scontare la pena in Italia, mentre per i crimini meno importanti è necessaria l’espulsione e, attraverso accordi bilaterali, la detenzione in carcere nei Paesi di origine". Quindi lotta senza quartiere alla microcriminalità, al traffico di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione e alla riduzione in schiavitù. Inoltre no al giudizio abbreviato per reati quali la violenza sulle donne e la pedofilia.
"Questa che propongo - conclude Ubaldi - non è una cultura della repressione ma una cultura delle regole. Perché una società che si impone delle regole è una società civile e del rispetto".
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