Mobilitazione Uepe di Udine
Il messaggero veneto
Esecuzioni penali: ridotto il personale ma i carichi di lavoro aumentano
Carichi di lavoro inaccettabili e organici ridotti all’osso. La protesta arriva dai lavoratori dell’Ufficio esecuzioni penali esterne (Uepe) per Udine, Pordenone e Gorizia. Si tratta di una struttura...
Carichi di lavoro inaccettabili e organici ridotti all’osso. La protesta arriva dai lavoratori dell’Ufficio esecuzioni penali esterne (Uepe) per Udine, Pordenone e Gorizia. Si tratta di una struttura periferica del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che si occupa del “trattamento socio-educativo” delle persone sottoposte a misure restrittive, con il compito di favorire il reinserimento sociale di chi ha subito una condanna definitiva, svolgendo inchieste per l’applicazione o la revoca delle misure di sicurezza, le indagini socio-familiari per le misure alternative alla detenzione. Propone anche il programma di trattamento da applicare ai condannati per l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare. Il mancato turn-over del personale ha fatto salire i carichi di lavoro a livelli inaccettabili sia nell’organizzazione del lavoro che della tutela psicofisica dei lavoratori e ciò, segnalano, disattende le regole sancite dalla normativa sulla sicurezza sui posti di lavoro. L’attività dell’Uepe di Udine è salita da 2.630 casi in carico” nell’anno 2013, a 1.818 nei soli primi 5 mesi del 2014.
Dal 2013 la nuova geografia giudiziaria, che ha comportato la soppressione del Tribunale di Portogruaro e il passaggio delle competenze a quello di Pordenone, ha allargato il bacino territoriale di Udine, che ora si estende 11 comuni della provincia di Venezia con un ulteriore carico per Udine di 77 procedimenti.
La legge 67/2014, che ha introdotto l’applicazione della “messa alla prova”, ha dato il colpo di grazia all’Ufficio di Udine che, stante la carenza di organico, non è più in grado fronteggiare la mole di lavoro.
L’Uepe di Udine, oggi, conta su 9 assistenti sociali, di cui solo 4 effettivi a tempo pieno e 2 a tempo parziale
Cisl e Cigil fp sono scesi in campo a difesa di questi lavoratori e ora denunciano «la gravissima situazione nella quale l’Uepe di Udine è costretto ad operare, svilendo le importanti funzioni istituzionali previste e riducendo la qualità degli interventi professionali, a volte ridotti ad azioni quasi formali, sicuramente di scarso impatto in relazione ad un mandato istituzionale e governativo che ha a che vedere – sostengono – col recupero delle persone, con la sicurezza sociale e l’azione ripartiva (altamente innovativa) delle vittime dei reati e, in loro assenza, della collettività». (a.c.)
Dal 2013 la nuova geografia giudiziaria, che ha comportato la soppressione del Tribunale di Portogruaro e il passaggio delle competenze a quello di Pordenone, ha allargato il bacino territoriale di Udine, che ora si estende 11 comuni della provincia di Venezia con un ulteriore carico per Udine di 77 procedimenti.
La legge 67/2014, che ha introdotto l’applicazione della “messa alla prova”, ha dato il colpo di grazia all’Ufficio di Udine che, stante la carenza di organico, non è più in grado fronteggiare la mole di lavoro.
L’Uepe di Udine, oggi, conta su 9 assistenti sociali, di cui solo 4 effettivi a tempo pieno e 2 a tempo parziale
Cisl e Cigil fp sono scesi in campo a difesa di questi lavoratori e ora denunciano «la gravissima situazione nella quale l’Uepe di Udine è costretto ad operare, svilendo le importanti funzioni istituzionali previste e riducendo la qualità degli interventi professionali, a volte ridotti ad azioni quasi formali, sicuramente di scarso impatto in relazione ad un mandato istituzionale e governativo che ha a che vedere – sostengono – col recupero delle persone, con la sicurezza sociale e l’azione ripartiva (altamente innovativa) delle vittime dei reati e, in loro assenza, della collettività». (a.c.)
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