L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

martedì 3 luglio 2007

Gli Assistenti Sociali dell' UEPE di Cosenza aderiscono al documento di dissenso degli UEPE di Salerno, Napoli, Caserta e Venezia del 24 giugno 2007

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On.Mastella
Dir.Gen. EPE DAP Turrini
Capo Dip.to DAP Ferrara

Gli Assistenti Sociali dell’U.E.P.E. di Cosenza firmatari, aderendo al documento di ‘dissenso alla proposta di decreto del Ministro Mastella’ degli assistenti sociali dell’UEPE di Salerno, Napoli, Caserta, Venezia del 24 giugno 2007 , sottolineano di condividere le molte osservazioni avanzate nel corso dell’articolato ed acceso dibattito aperto dalla presentazione, ad accordi presi, della bozza di decreto sull’organizzazione degli uffici di esecuzione penale esterna , ivi compresa l’introduzione di competenze operative nuove e non previste dalla legge, quali quelle relative alla Polizia penitenziaria, Operatori individuati per svolgere indefinite attività di supporto, che in ogni caso non potrebbero consistere in attività estranee ai compiti istituzionalmente propri del Corpo.
Nel decreto viene delineata una organizzazione dell’UEPE di tipo verticistico, propria di un’organizzazione del settore privato, poco convincente ed in cui sono chiari solo i compiti dei dirigenti e delle altre figure apicali. Ciò e la constatazione che anche la terminologia usata per descrivere servizi ed attività all’interno dell’UEPE tende sempre più ad assimilarli a semplici uffici amministrativi e non tecnico-professionali, (contrariamente a quanto la legislazione del ’75 ed il regolamento di esecuzione n. 230/00 avevano stabilito), ci sembra voglia progressivamente eliminare una scelta culturale ed una cultura professionale che gli operatori del servizio sociale hanno costruito attraverso una costante sperimentazione ed un lungo impegno, che sul piano economico non ci sembra sia stato, neanche in passato , minimamente valutato.
La scelta della eliminazione quasi sistematica della denominazione “Servizio Sociale” che si osserva , la schematizzazione in senso sempre più burocratico dei procedimenti di servizio, con la previsione di limitanti indicatori di qualità, l’ esclusione, come per principio, da previsioni di spesa per l’adeguamento degli organici e la riduzione delle spese, già estremamente ridotte, operata anche con la drastica esclusione dal pagamento dell’indennità di missione ( che dire del disagiato e gratuito servizio di missione degli assistenti sociali, che continuano a svolgere verifiche e servizio esterno in località impervie ed isolate, a fianco di personale della polizia penitenziaria, il quale beneficia, invece, del pagamento della relativa indennità e di quant’altro!), fanno obiettivamente ritenere che le riforme annunciate del sistema sanzionatorio siano orientate al progressivo allontanamento dai criteri dell’accompagnamento nel processo di reinserimento del condannato che hanno ispirato la legge 354/75 e le successive modifiche, soluzioni che si stanno andando a individuare , invece, in previsioni, come quella dei Nuclei di Pol. Pen., di natura repressiva e di controllo, trascurando la centralità della persona e spostando l’attenzione su elementi quali l’ esigenza di sicurezza e di controllo in aree di particolare emergenza. Tali esigenze, peraltro, sono sempre state curate dalle Forze dell’Ordine, capillarmente diffuse sul territorio, con le quali il Servizio Sociale penitenziario ha ormai da anni stabilito una proficua forma di collaborazione, anche se solo ed unicamente informale, per la mancanza di intese formali tra i competenti Ministeri ( sembra che, solo in funzione di interessi di parte, si stia attivando ora una concreta concertazione interministeriale !)
Qual’ è il vero perché dell’idea di creare strutture della Polizia penitenziaria esterne agli istituti, dove, nonostante l’effetto indulto, si registrano in molti casi carenze di organico, con turni massacranti e difficoltà di gestione del personale in situazioni ambientali già di per sé difficili ? Quale, ancora, il motivo dell’accelerazione delle riforme che coinvolgono l’intera Amministrazione Penitenziaria ?
Gli assistenti sociali, che hanno sempre assicurato collaborazione umana e professionale anche a quanti operano nel ‘carcere’ in situazioni di sovraffollamento, di carenze di diversa natura, si sentono in dovere di far sentire la loro voce con un dissenso profondo ed unitario che nasce dalla constatata , sistematica penalizzazione del Servizio Sociale nelle scelte organizzative e gestionali dell’Amministrazione .

Le Assistenti Sociali dell’UEPE di Cosenza: Francesca Spadafora; Adriana Delinna; Silvana Puleo; Filomena Scarpa; Maria Pugliano; Maria Lacroce; Mirella Spadafora.