ASSISTENTI SOCIALI UEPE CATANIA E RAGUCA
Al Ministro della Giustizia Alle Organizzazioni Sindacali Sen. Clemente Mastella Al Sottosegretario di Stato per la Giustizia C.G.I.L-F.P. -
Prof. L. Manconi
Al Capo del D.A.P. C.I.S.L.-F.P.S/P.PDr. Ettore Ferrara Al Direttore Generale G.E.P.E. U.I.L.-P.ADr. Turrini Vita
Al Direttore Generale del Personale S.A.P.Pe.Dr. De Pascalis Al Responsabile dell’Ufficio O.S.A.P.P.
per le Relazioni Sindacali-DAP Dr.ssa Conte Si.N.A.P.Pe. Al Provveditore Regionale F.S.A.-C.N.P.P.Regione Sicilia Si.A.L.Pe.-A.S.I.A.All’Ordine Nazionale Assistenti Sociali Dr.ssa Cava S.A.G.-P.P.All’Ordine Regionale Assistenti Sociali U.S.P.P.-UGL FNPP CLPP Regione Sicilia LISIAPP
Al Coordinamento Nazionale
Assistenti Sociali Giustizia ROMA
Agli UEPE
Prof. L. Manconi
Al Capo del D.A.P. C.I.S.L.-F.P.S/P.PDr. Ettore Ferrara Al Direttore Generale G.E.P.E. U.I.L.-P.ADr. Turrini Vita
Al Direttore Generale del Personale S.A.P.Pe.Dr. De Pascalis Al Responsabile dell’Ufficio O.S.A.P.P.
per le Relazioni Sindacali-DAP Dr.ssa Conte Si.N.A.P.Pe. Al Provveditore Regionale F.S.A.-C.N.P.P.Regione Sicilia Si.A.L.Pe.-A.S.I.A.All’Ordine Nazionale Assistenti Sociali Dr.ssa Cava S.A.G.-P.P.All’Ordine Regionale Assistenti Sociali U.S.P.P.-UGL FNPP CLPP Regione Sicilia LISIAPP
Al Coordinamento Nazionale
Assistenti Sociali Giustizia ROMA
Agli UEPE
Oggetto: Decreto Interministeriale relativo all’introduzione della Polpen negli UEPE Incontro 17.9.2007
In riferimento alla bozza di Decreto Interministeriale che verrà discussa il 17 c.m. gli operatori dell’Uepe di Catania e Ragusa tornano ad esprimere il loro dissenso per i motivi già esplicitati nei precedenti documenti, fatti pervenire agli intestatari sopra citati.
Non poche sono le perplessità che scaturiscono dalla lettura dettagliata di tale bozza, e non si può fare a meno di premettere qualche considerazione, prima di ribadire le ricadute operative amministrative sull’Esecuzione Penale Esterna dell’Affidamento in Prova al Servizio Sociale con l’introduzione della Polpen negli Uepe.
Ormai siamo tutti a conoscenza che il disagio sociale ( risolto con leggi restrittive della libertà personale) è in forte aumento a seguito della riduzione e, possiamo dire nostro malgrado, con l’assoluta assenza di investimenti per il Welfare State da parte dell’attuale politica di governo.
Ciò non passa inosservato agli operatori del settore, al mondo del volontariato, all’associazionismo, a diverse organizzazioni sindacali, ecc., che già hanno formalmente fatto pervenire le loro rimostranze.
Il fatto che i mass media non amplifichino, come sanno fare per i fatti che inducono nell’immaginario "popolare" allarme- sicurezza, non giustifica che le scelte politiche non tengano conto di concetti culturali e professionali elaborati nell’arco di anni di storia.
Si parla di sviluppo e di lavoro teorico-accademico oltre che giudridico e di attività sul campo con azioni di prevenzione e recupero del "deviante".
Tutto ciò è inaccettabile e di fronte ad una politica che cerca consensi popolari attraverso la promozione di un "giustizialismo populistico", si rimane stupiti, un po’ per cultura e un po’ per convinzione professionale, chiedendosi verso dove si stia orientando l’attuale politica:
verso la costruzione di una società responsabile e attiva?
verso la costruzione di una società sempre più deresponsabilizzata e militarizzata?
Il Decreto in oggetto sembrerebbe rispondere a quest’ultimo orientamento e per stilarlo è stata fatta una interpretazione "molto estensiva" oltre che "adattiva" di tutti gli estremi di legge citati come fondamenti del decreto stesso per raggiungere l’obiettivo prefissato.
A tal proposito si evidenziano i seguenti punti:
Ciò che ha carattere di eccezionalità nelle leggi 121/1981, D.P.R 82/199 ecc("….per eccezionali esigenze di ordine e sicurezza pubblica o di ordine pubblico"….,), con il Decreto sulla sperimentazione della Polpen negli UEPE, diventa ordinario tanto che, per giustificare la scelta politica, si trasforma l’UEPE stesso in un servizio di ordine e sicurezza pubblica.
Si configura un ruolo di Direttore Uepe sempre più assimilabile ad un funzionario di Polizia, piuttosto che ad un funzionario tecnico con l’obbligo di una specifica connotazione tecnico-professionale, inerente al sociale-educativo, oltre che organizzativo di specifici servizi alla persona deviante, come la nostra utenza;
Ciò che è previsto per le misure più restrittive della libertà che vede il detenuto, per esempio nella posizione ex art. 48 D.P.R. 230/00 o art 47 ter O.P., si estende ai soggetti sottoposti alla misura alternativa dell’Affidamento in Prova al Servizio Sociale, seppure prevedendo anche disposizioni del Tribunale di Sorveglianza e/o del Magistrato di Sorveglianza da dare alla Polizia Penitenziaria negli UEPE;
Si teme per il futuro delle misure alternative, in particolare per l’Affidamento in Prova al Servizio Sociale, viste come possibilità di recupero e inclusione sociale.
I firmatari condividono e sostengono le ragioni espresse dal comitato di solidarietà degli assistenti sociali, dal Casg, dagli operatori dell’UEPE di L’Aquila r di Napoli.
Auspichiamo ancora una volta, che la discussione del 17 c.m. con le forze sociali e politiche esamini tutti gli aspetti finora evidenziati:
di identità degli UEPE, che sosteniamo debbano rimanere a connotazione sociale, giuridici, amministrativi, di investimento finanziario in tutti i settori dell’amministrazione penitenziaria, di organicodegli Uepe e degli Istituti Penitenziari; operativo-professionali, gestionali affinché si giunga ad una svolta politica nel settore penitenziario che sia garante dei principi costituzionali della pena, vista come momento di "rieducazione del condannato" (Art. 27).
Catania e Ragusa 14.9.2007
In riferimento alla bozza di Decreto Interministeriale che verrà discussa il 17 c.m. gli operatori dell’Uepe di Catania e Ragusa tornano ad esprimere il loro dissenso per i motivi già esplicitati nei precedenti documenti, fatti pervenire agli intestatari sopra citati.
Non poche sono le perplessità che scaturiscono dalla lettura dettagliata di tale bozza, e non si può fare a meno di premettere qualche considerazione, prima di ribadire le ricadute operative amministrative sull’Esecuzione Penale Esterna dell’Affidamento in Prova al Servizio Sociale con l’introduzione della Polpen negli Uepe.
Ormai siamo tutti a conoscenza che il disagio sociale ( risolto con leggi restrittive della libertà personale) è in forte aumento a seguito della riduzione e, possiamo dire nostro malgrado, con l’assoluta assenza di investimenti per il Welfare State da parte dell’attuale politica di governo.
Ciò non passa inosservato agli operatori del settore, al mondo del volontariato, all’associazionismo, a diverse organizzazioni sindacali, ecc., che già hanno formalmente fatto pervenire le loro rimostranze.
Il fatto che i mass media non amplifichino, come sanno fare per i fatti che inducono nell’immaginario "popolare" allarme- sicurezza, non giustifica che le scelte politiche non tengano conto di concetti culturali e professionali elaborati nell’arco di anni di storia.
Si parla di sviluppo e di lavoro teorico-accademico oltre che giudridico e di attività sul campo con azioni di prevenzione e recupero del "deviante".
Tutto ciò è inaccettabile e di fronte ad una politica che cerca consensi popolari attraverso la promozione di un "giustizialismo populistico", si rimane stupiti, un po’ per cultura e un po’ per convinzione professionale, chiedendosi verso dove si stia orientando l’attuale politica:
verso la costruzione di una società responsabile e attiva?
verso la costruzione di una società sempre più deresponsabilizzata e militarizzata?
Il Decreto in oggetto sembrerebbe rispondere a quest’ultimo orientamento e per stilarlo è stata fatta una interpretazione "molto estensiva" oltre che "adattiva" di tutti gli estremi di legge citati come fondamenti del decreto stesso per raggiungere l’obiettivo prefissato.
A tal proposito si evidenziano i seguenti punti:
Ciò che ha carattere di eccezionalità nelle leggi 121/1981, D.P.R 82/199 ecc("….per eccezionali esigenze di ordine e sicurezza pubblica o di ordine pubblico"….,), con il Decreto sulla sperimentazione della Polpen negli UEPE, diventa ordinario tanto che, per giustificare la scelta politica, si trasforma l’UEPE stesso in un servizio di ordine e sicurezza pubblica.
Si configura un ruolo di Direttore Uepe sempre più assimilabile ad un funzionario di Polizia, piuttosto che ad un funzionario tecnico con l’obbligo di una specifica connotazione tecnico-professionale, inerente al sociale-educativo, oltre che organizzativo di specifici servizi alla persona deviante, come la nostra utenza;
Ciò che è previsto per le misure più restrittive della libertà che vede il detenuto, per esempio nella posizione ex art. 48 D.P.R. 230/00 o art 47 ter O.P., si estende ai soggetti sottoposti alla misura alternativa dell’Affidamento in Prova al Servizio Sociale, seppure prevedendo anche disposizioni del Tribunale di Sorveglianza e/o del Magistrato di Sorveglianza da dare alla Polizia Penitenziaria negli UEPE;
Si teme per il futuro delle misure alternative, in particolare per l’Affidamento in Prova al Servizio Sociale, viste come possibilità di recupero e inclusione sociale.
I firmatari condividono e sostengono le ragioni espresse dal comitato di solidarietà degli assistenti sociali, dal Casg, dagli operatori dell’UEPE di L’Aquila r di Napoli.
Auspichiamo ancora una volta, che la discussione del 17 c.m. con le forze sociali e politiche esamini tutti gli aspetti finora evidenziati:
di identità degli UEPE, che sosteniamo debbano rimanere a connotazione sociale, giuridici, amministrativi, di investimento finanziario in tutti i settori dell’amministrazione penitenziaria, di organicodegli Uepe e degli Istituti Penitenziari; operativo-professionali, gestionali affinché si giunga ad una svolta politica nel settore penitenziario che sia garante dei principi costituzionali della pena, vista come momento di "rieducazione del condannato" (Art. 27).
Catania e Ragusa 14.9.2007
Firamato
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