Giustizia/Carcere- Fini (An): condanniamo i detenuti al lavoro coatto
Ansa, 3 marzo 2008
"Far rifondere il danno attraverso il lavoro" e "sanzioni amministrative per chi assume droghe".
Il presidente di An, Gianfranco Fini, nel corso del suo intervento a Firenze alla Fortezza da Basso, nella seconda giornata dei "gazebo days", si concentra sui temi della sicurezza e della legalità e avanza l’idea di introdurre un deterrente per i delinquenti: "Molte volte chi delinque non ha paura del carcere ma ha paura di essere condannato a lavorare. Avanzo qui una proposta prima che Veltroni la faccia sua come ha già fatto con altre, e cioè non di condannarli ai lavori forzati, come qualcuno scriverà domani, né di mettere i delinquenti con la palla al piede come avviene in Alabama. La mia proposta è quella di condannarli a lavorare tanti giorni e tante ore finché non hanno pagato il debito con lo Stato". "Nell’ordinamento giudiziario sono già previste pene alternative al carcere, che vanno ampliate. Non è quindi una novità assoluta. Occorre far rifondere il danno attraverso il lavoro".
Fini sottolinea inoltre la necessità della certezza della pena e accusa la sinistra di aver dato vita a una legislatura che invece di porre l’attenzione "sul diritto sacrosanto della vittima si è concentrata piuttosto sui diritti dei colpevoli".
Fini ribadisce poi la sua idea di comminare sanzioni amministrative a chi fa uso di sostanze stupefacenti: "A Veltroni chiedo se secondo lui esiste il diritto di drogarsi, di assumere sostanze stupefacenti, di farsi del male. Se non esiste, io credo che ci debba essere una sanzione per chi assume le droghe. Non parlo di galera - precisa - non voglio mandare in carcere chi si fa una canna o assume per uso personale sostanze anche più dure. Parlo di sanzioni amministrative come la sospensione della patente, la revoca del porto d’armi o, se si tratta di minorenni, la necessità di avvertire la famiglia".
"Far rifondere il danno attraverso il lavoro" e "sanzioni amministrative per chi assume droghe".
Il presidente di An, Gianfranco Fini, nel corso del suo intervento a Firenze alla Fortezza da Basso, nella seconda giornata dei "gazebo days", si concentra sui temi della sicurezza e della legalità e avanza l’idea di introdurre un deterrente per i delinquenti: "Molte volte chi delinque non ha paura del carcere ma ha paura di essere condannato a lavorare. Avanzo qui una proposta prima che Veltroni la faccia sua come ha già fatto con altre, e cioè non di condannarli ai lavori forzati, come qualcuno scriverà domani, né di mettere i delinquenti con la palla al piede come avviene in Alabama. La mia proposta è quella di condannarli a lavorare tanti giorni e tante ore finché non hanno pagato il debito con lo Stato". "Nell’ordinamento giudiziario sono già previste pene alternative al carcere, che vanno ampliate. Non è quindi una novità assoluta. Occorre far rifondere il danno attraverso il lavoro".
Fini sottolinea inoltre la necessità della certezza della pena e accusa la sinistra di aver dato vita a una legislatura che invece di porre l’attenzione "sul diritto sacrosanto della vittima si è concentrata piuttosto sui diritti dei colpevoli".
Fini ribadisce poi la sua idea di comminare sanzioni amministrative a chi fa uso di sostanze stupefacenti: "A Veltroni chiedo se secondo lui esiste il diritto di drogarsi, di assumere sostanze stupefacenti, di farsi del male. Se non esiste, io credo che ci debba essere una sanzione per chi assume le droghe. Non parlo di galera - precisa - non voglio mandare in carcere chi si fa una canna o assume per uso personale sostanze anche più dure. Parlo di sanzioni amministrative come la sospensione della patente, la revoca del porto d’armi o, se si tratta di minorenni, la necessità di avvertire la famiglia".
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