Giustizia/Sicurezza: Decreto sicurezza al Senato; i commenti dei politici
Dire, 12 giugno 2008
Veltroni: sinistra radicale non capisce problema sicurezza
"Certe forze della sinistra radicale hanno avuto un risultato elettorale negativo soprattutto perché non si sono rese conto che le fasce popolari vivono il problema dell’insicurezza in termini più rilevanti della loro appartenenza ideologica". Walter Veltroni torna a criticare l’impostazione di una parte della sinistra sui problemi della sicurezza e della legalità. Parlando all’eurogruppo del Pse riunito a Napoli, Veltroni sottolinea l’importanza del tema della sicurezza anche per il Pd: "dobbiamo capire - spiega - che quelle sono domande reali a cui bisogna dare una risposta che non neghi le questioni di base e che non conceda nulla all’egoismo sociale che invece è il tratto distintivo della destra".
Finocchiaro: dal Pd pregiudiziale di incostituzionalità
"Sull’aggravante presenteremo una pregiudiziale di costituzionalità per violazione del principio di parità". Lo afferma Anna Finocchiaro, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Madama, alla quale hanno partecipato anche il capogruppo alla Camera, Antonello Soro, i ministri Ombra Marco Minniti e Lanfranco Tenaglia, e i capigruppo in commissione affari Costituzionali e Giustizia del Senato, Enzo Bianco e Felice Casson. Nella conferenza stampa sono state illustrate le proposte e gli emendamenti del Pd al pacchetto sicurezza presentato dal governo al Senato. Per il Governo, aggiunge Finocchiaro, "l’aggravante è prevista per qualsiasi tipo di reato e senza fare distinzioni tra cittadini Ue e extracomunitari". Un atteggiamento "ingiustificato - prosegue l’esponente del Pd - al quale noi rispondiamo con la proposta di inserire l’aggravante per chi si sottrae ad un provvedimento di espulsione, perché questo aspetto crediamo che giustifichi un’aggiunta di pena". Ma la maggioranza, conclude, "come peraltro su quasi tutto il resto, ha avuto un netto atteggiamento di chiusura".
Bianco: grave non abolire il patrocinio gratuito ai mafiosi
"È particolarmente grave che la maggioranza non abbia voluto modificare la norma che ancora prevede il patrocinio gratuito per i mafiosi. Noi avevamo proposto un emendamento per escluderli, ma la risposta è stata negativa". Lo afferma il capogruppo in commissione affari Costituzionali del Pd, Enzo Bianco, nel corso di una conferenza a palazzo Madama nella quale il partito Democtratico ha illustrato le proposte e gli emendamenti al pacchetto sicurezza. E altrettanto grave, aggiunge Bianco, "è non aver approvato un altro nostro emendamento che prevedeva un posto di lavoro nella pubblica amministrazione per i 67 testimoni di giustizia". Evidentemente, conclude l’esponente del Pd, "nella maggioranza è prevalsa la linea di mostrare i muscoli".
Gasparri: le critiche al Dl le respingiamo al mittente
"Respingiamo al mittente le critiche della sinistra che nella scorsa legislatura non riuscì a varare nessun decreto per la sicurezza". A dirlo è il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. "L’opposizione - continua - ha presentato delle pregiudiziali, soprattutto sulla parte di contrasto all’immigrazione clandestina, che per noi, invece, è urgente e necessaria. Il nostro obiettivo è approvare rapidamente il decreto legge, perché abbiamo bisogno di norme più efficaci che la sinistra non è riuscita a dare al paese".
Gasparri sottolinea che "il governo Berlusconi intende invece dare maggiori certezze e tutele ai cittadini. Il confronto resta comunque aperto- aggiunge- alcune materie saranno infatti definite nel disegno di legge che seguirà al decreto, anche se sulla sicurezza abbiamo idee diverse. Noi vogliamo rafforzarla, loro forse pensano che non bisogna procedere in questa direzione".
Ucpi: abrogazione del patteggiamento in appello è illegittima
L’Unione Camere Penali Italiane considera illegittima e dannosa l’abrogazione del Patteggiamento in Appello, inclusa nel decreto legge 23 maggio 2008, n. 92, portante "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica", e chiama gli avvocati penalisti alla mobilitazione. Il Patteggiamento in Appello, in vigore dal 1989, prevede che, in seguito ad una condanna in primo grado, su richiesta dei legali dell’imputato e qualora vi sia accordo tra avvocato e Pubblico Ministero, il Giudice possa provvedere a ratificare la riduzione della pena dell’imputato senza procedere all’Appello. Negli anni, questa norma ha permesso di snellire i tempi processuali, liberando quindi risorse per altri processi. Questa norma è stata ora abolita in quanto il Governo la considera responsabile di un eccessivo abbassamento delle pene, dimenticando che essa viene applicata solo ed esclusivamente qualora ci sia l’accordo del Procuratore d’Appello e del Giudice stesso. Ucpi contesta quindi il merito dell’abrogazione: il Patteggiamento in Appello, lungi dal concorrere all’incertezza della pena, contribuisce in realtà alla celerità dei processi.
Ucpi contesta anche il metodo dell’abrogazione, avvenuta per decreto legge. Il decreto legge è uno strumento che può essere utilizzato qualora vi siano presupposti di necessità e urgenza, non riscontrabili nel contesto attuale. Ucpi, quindi, invita gli avvocati penalisti italiani a sollevare in Tribunale la questione della illegittimità costituzionale della norma che abroga il Patteggiamento in Appello, ed infine invita il Parlamento a soppesare le conseguenze che l’approvazione di tale norma potrà avere sui tempi della giustizia.
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