L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

martedì 24 marzo 2009

CGIL: NO AL PASSAGGIO AL RUOLO TECNICO DEL COMPARTO SICUREZZA

Un intero anno trascorso discutendo sulla questione "passaggio al ruolo tecnico", sembra aver prodotto un solo risultato: soffocare ogni altro argomento di rivendicazione.

La Cgil ritiene dunque di dover dire basta ad una discussione vera quanto un reality show, per restituire il dibattito alle ragioni dei lavoratori che ogni giorno vivono sulla loro pelle il dramma della realtà penitenziaria.

Per questo oggi affermiamo con ancora maggiore forza e chiarezza le ragioni del nostro assoluto dissenso. Dissenso che nasce dalla volontà di riaffermare il valore dei principi che portarono alla riforma del '75, nonché dall'analisi di una situazione politica che renderebbe ogni "passaggio" un rischiosissimo ed improbabile salto nel buio: non verso le "pingui" retribuzioni della Polizia Penitenziaria, ma nella direzione della dissoluzione dei diritti del lavoro che già ha contraddistinto il "passaggio" dei Vigili del Fuoco.

Istituire in assenza di finanziamenti ad hoc il tanto decantato "ruolo tecnico" per il personale Comparto Ministeri dell'amministrazione penitenziaria, significherebbe infatti mantenere ferme le retribuzioni in atto intervenendo in senso peggiorativo sullo status giuridico, così come già accaduto per quei dipendenti del Ministero dell'Interno.

E ad oggi non risulta che ne' l'amministrazione ne' l'esecutivo abbiano mai comunicato l'esistenza di fondi disponibili per questa o per altre virtuali riforme.

Certo, tutto questo i paladini del "passaggio" non lo raccontano.

Così come non raccontano di aver firmato un contratto che toglie diritti ( ad esempio non piu' piena retribuzione in caso di malattia) per sostituirli con la carità (pochi euro di aumento); non raccontano di aver firmato un FUA che non riconosce neppure i diritti dei lavoratori che si assentano per donare il midollo osseo; ma che soprattutto non raccontano di aver presentato, in barba ad ogni "passaggio" annunciato nelle diverse assemblee, piattaforme contrattuali riguardanti il nuovo contratto integrativo di comparto, anticipando l'amministrazione e confermando, così, l'esistenza del comparto Ministeri.
Noi invece vogliamo raccontarvi tutto questo e molto di più.

Lo faremo attraverso i nostri comunicati ed attraverso le assemblee sui luoghi di lavoro per denunciare con forza:
- L'attacco in essere ai diritti fondamentali (sciopero, malattia, equa retribuzione, pensione)
- Le insostenibili condizioni di lavoro (povertà di risorse, assenza di sicurezza, carichi operativi da costante emergenza)
- Lo spreco tutt'ora in essere (le tre diverse indennità percepite dal Dr. Ionta, il crescente numero di consulenze esterne, il sacco della Cassa delle Ammende a favore dei privati, l'annunciata cessione a privati della gestione degli spacci)

La nostra sarà una capillare campagna informativa, per porre l'accento sulle giuste e doverose rivendicazioni:
- L'attuazione di un corretto modello contrattuale (pieno recupero del potere d'acquisto, reintroduzione dei diritti cancellati dai decreti Brunetta/Tremonti, rispetto della contrattazione integrativa)
- Un piano industriale di sviluppo dell'amministrazione (maggiori risorse, politiche di assunzione e formazione, corretta e trasparente gestione delle procedure di mobilità)
- Corretto riconoscimento dei diritti contrattuali (erogazione buoni pasto, anticipo e rimborso spese di missione, permessi)
- Un utilizzo della Cassa delle Ammende realmente rispondente all'obiettivo previsto dalla Legge più che a costruire nuovi carceri, i fondi devono servire a perseguire l'obiettivo del reinserimento dei detenuti. Ciò significa potenziare le risorse umani e strumentali utili al trattamento intra ed extra murario, ciò significa anche ridare dignità alla condizione lavorativa degli operatori.

Denunce da far conoscere ed obiettivi da condividere per opporsi ad un disegno che mira a smantellare il trattamento penitenziario come strumento di sicurezza sociale, che vede nell'edilizia carceraria il solo investimento, che apre in definitiva la via alla privatizzazione degli istituti.

Per tutto questo la Cgil dice no ad un salto nel buio; per tutto questo la Cgil vi invita ad affiancarla nella difesa dei vostri diritti.


La Delegazione Trattante
del Coordinamento nazionale Penitenziari - C. Ministeri