GLI ASSISTENTI SOCIALI UEPE MILANO IN STATO DI AGITAZIONE
Milano, 21/10/2009
La RSU di questo Ufficio, a nome del personale civile del Comparto Ministeri, rende nota l’adesione allo stato di agitazione regionale indetto unitariamente dagli UEPE della Regione Lombardia e dalle sigle sindacali CGIL RDB CISL.
Tenuto conto dell’esito negativo delle procedure di conciliazione esperite presso la Prefettura di Milano in data 20/07/2009, stante il perdurare e l’aggravarsi delle problematiche inerenti agli Uepe e la mancanza di risposte da parte degli Organi competenti, si ritiene opportuno aderire allo stato di agitazione dando seguito a precise azioni.
Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (ex CSSA) sono organi periferici dell’Amministrazione Penitenziaria dislocati sul territorio nazionale, istituiti per assolvere al mandato istituzionale previsto dall’Ordinamento Penitenziario (ex art 13 e 72 O.P.).
Gli Uffici sono preposti all’attuazione di interventi finalizzati al reinserimento sociale dei soggetti condannati che scontano la pena in misura alternativa (Affidamento in Prova al Servizio Sociale, Detenzione Domiciliare, Semilibertà), permettendo agli stessi, laddove sussistano requisiti oggettivi di legge e soggettivi, di rimanere nel proprio contesto di vita, nell’ambito di un progetto individualizzato e nel rispetto di prescrizioni stabilite dalla Magistratura di Sorveglianza, con cui l’Ufficio E.P.E. lavora in sinergia.
Occorre precisare che la misura alternativa, pur essendo una modalità di esecuzione della pena diversa da quella detentiva, risponde pienamente al dettato costituzionale sancito dall’art. 27 e garantisce la sicurezza comportando l’abbattimento della recidiva (sono recidivi 2 affidati su 10 contro 7 detenuti su 10). Il personale degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna è costituito prevalentemente da assistenti sociali, oltre che da personale amministrativo sia civile che del comparto sicurezza..
Tale apparato incide appena sul 2% delle risorse messe a disposizione dell’Amministrazione Penitenziaria, riuscendo a gestire lo stesso numero di condannati (definitivi) che afferiscono agli Istituti Penitenziari. A titolo esemplificativo si riportano i seguenti dati ( Fonte - Osservatorio delle Misure Alternative presso la DGEPE ) :
· nel 2005 (preindulto) le misure alternative seguite dagli UEPE sono state 49.943 contro una popolazione detenuta pari a 59.523 unità;
· nel 2006 (nonostante l’indulto) sono state 42.290;
· nel 2008 (post indulto) sono state 14.477 e nel primo semestre del 2009 si attestano già a 14.339 con un trend in forte crescita.
Dopo una prima diminuzione delle misure seguite, per effetto dell’indulto, assistiamo ad un aumento esponenziale dei casi, che è inversamente proporzionale alle risorse disponibili (ad oggi si sono ridotti gli organici rispetto al 2005 e sono stati drasticamente tagliati i capitoli di spesa per il funzionamento degli Uffici e l’espletamento delle attività istituzionali).
Occorre inoltre sottolineare che gli Uffici E.P.E. collaborano con gli Istituti Penitenziari nell’attività di Osservazione e Trattamento dei detenuti. In questo ambito l’assistente sociale, attraverso le indagini socio familiari, fornisce all’Istituto Penitenziario informazioni relative alla storia del ristretto, per cui è in corso l’attività di Osservazione e Trattamento ( art. 13 O.P.), con particolare riguardo al contesto sociale, abitativo e lavorativo, fornendo elementi utili alla valutazione del percorso intra/extra murario, che dovrà delinearsi in suo favore.
Il progetto di reinserimento sul territorio del soggetto condannato non può prescindere da queste valutazioni al fine di ridurre la recidiva.
Gli U.E.P.E. si trovano oggi in seria difficoltà ad assolvere i compiti istituzionali per mancanza di risorse e, nello stesso tempo, l’Amministrazione Penitenziaria destina 110 milioni di euro nell’inefficace progetto del “braccialetto elettronico” per i detenuti domiciliari, di cui recentemente anche i mass media hanno parlato.
I continui tagli alle risorse degli Uffici EPE delegittimano di fatto l’importanza del lavoro fin qui svolto, non considerando il potenziale operativo di questi Servizi che, adeguatamente dotati risorse, (assistenti sociali, personale amministrativo, psicologi e criminologi) sono certamente in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza della collettività nell’ambito della certezza della pena e del reinserimento sociale dei condannati.
Ad oggi il personale dell’UEPE di Milano è inferiore a poco più del 50% rispetto alla dotazione organica prevista; inoltre si fronteggia un depauperamento delle risorse per il funzionamento dell’Ufficio (spese per utenze, per acquisto di materiale di cancelleria, igienico sanitario) e per l’espletamento degli interventi esterni (spese per carburante, mezzi in dotazione, fondi per rimborso dei titoli di viaggio).
In data 27 luglio 2009 le OO. SS. hanno chiesto un intervento diretto al Sig. Prefetto di Milano, in quanto coordinatore delle competenze regionali, attraverso:
1. un intervento presso il Ministro della Giustizia al fine di attuare lo sblocco della mobilità tra ministeri ed altre Pubbliche Amministrazioni verso il sistema penitenziario. Ciò per utilizzare professionalità compatibili e disponibili (assistenti sociali dalle ASL, personale tecnico amministrativo da altri ministeri) per intervenire in supporto all’importante attività del reinserimento sociale dei condannati;
2. una divulgazione di tali problematiche presso le altre Prefetture della Lombardia e il sistema della Magistratura di Sorveglianza e non;
3. un intervento presso la Regione Lombardia al fine di trovare soluzioni adeguate dando al personale interessato la possibilità di fruire di sistemi agevolati nei trasporti regionali.
Ad oggi non è pervenuta alcuna risposta dagli Organi competenti circa le problematiche su esposte e le proposte formulate. Pertanto l’assemblea dei lavoratori ha declinato lo stato di agitazione con le seguenti modalità:
· A partire dal 01/11/2009, il personale effettuerà gli spostamenti relativi agli interventi esterni utilizzando esclusivamente le auto di servizio, privilegiando in ordine di priorità gli interventi sulle Misure Alternative alla detenzione, assolvendo al mandato istituzionale degli Uffici EPE. I dipendenti, per gli interventi esterni, ( visite domiciliari, sopralluoghi nei posti di lavoro, riunioni presso altri servizi, colloqui con i detenuti e èquipe negli Istituti Penitenziari) non anticiperanno all’Amministrazione alcuna somma di denaro, come si è verificato fino ad oggi.
· Il personale non aderirà agli interpelli riguardanti la partecipazione a progetti dell’Amministrazione sia a livello locale che centrale (salvo i progetti formativi).
· Saranno effettuate assemblee del personale il cui calendario sarà presto approntato e divulgato ai lavoratori.
· E’ prevista l’effettuazione di una assemblea presidio e conferenza stampa congiuntamente con gli altri Uepe della Lombardia.
Eventuali altre forme di lotta sindacale saranno valutate in itinere.
Lo Stato di Agitazione sarà revocato soltanto in presenza di risposte precise e attuative di quanto rivendicato dai lavoratori.
Allo stato di agitazione sarà data la massima diffusione.
STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE PENITENZIARIO E DEL PERSONALE CIVILE AFFERENTE AL COMPARTO MINISTERI.
La RSU di questo Ufficio, a nome del personale civile del Comparto Ministeri, rende nota l’adesione allo stato di agitazione regionale indetto unitariamente dagli UEPE della Regione Lombardia e dalle sigle sindacali CGIL RDB CISL.
Tenuto conto dell’esito negativo delle procedure di conciliazione esperite presso la Prefettura di Milano in data 20/07/2009, stante il perdurare e l’aggravarsi delle problematiche inerenti agli Uepe e la mancanza di risposte da parte degli Organi competenti, si ritiene opportuno aderire allo stato di agitazione dando seguito a precise azioni.
Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (ex CSSA) sono organi periferici dell’Amministrazione Penitenziaria dislocati sul territorio nazionale, istituiti per assolvere al mandato istituzionale previsto dall’Ordinamento Penitenziario (ex art 13 e 72 O.P.).
Gli Uffici sono preposti all’attuazione di interventi finalizzati al reinserimento sociale dei soggetti condannati che scontano la pena in misura alternativa (Affidamento in Prova al Servizio Sociale, Detenzione Domiciliare, Semilibertà), permettendo agli stessi, laddove sussistano requisiti oggettivi di legge e soggettivi, di rimanere nel proprio contesto di vita, nell’ambito di un progetto individualizzato e nel rispetto di prescrizioni stabilite dalla Magistratura di Sorveglianza, con cui l’Ufficio E.P.E. lavora in sinergia.
Occorre precisare che la misura alternativa, pur essendo una modalità di esecuzione della pena diversa da quella detentiva, risponde pienamente al dettato costituzionale sancito dall’art. 27 e garantisce la sicurezza comportando l’abbattimento della recidiva (sono recidivi 2 affidati su 10 contro 7 detenuti su 10). Il personale degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna è costituito prevalentemente da assistenti sociali, oltre che da personale amministrativo sia civile che del comparto sicurezza..
Tale apparato incide appena sul 2% delle risorse messe a disposizione dell’Amministrazione Penitenziaria, riuscendo a gestire lo stesso numero di condannati (definitivi) che afferiscono agli Istituti Penitenziari. A titolo esemplificativo si riportano i seguenti dati ( Fonte - Osservatorio delle Misure Alternative presso la DGEPE ) :
· nel 2005 (preindulto) le misure alternative seguite dagli UEPE sono state 49.943 contro una popolazione detenuta pari a 59.523 unità;
· nel 2006 (nonostante l’indulto) sono state 42.290;
· nel 2008 (post indulto) sono state 14.477 e nel primo semestre del 2009 si attestano già a 14.339 con un trend in forte crescita.
Dopo una prima diminuzione delle misure seguite, per effetto dell’indulto, assistiamo ad un aumento esponenziale dei casi, che è inversamente proporzionale alle risorse disponibili (ad oggi si sono ridotti gli organici rispetto al 2005 e sono stati drasticamente tagliati i capitoli di spesa per il funzionamento degli Uffici e l’espletamento delle attività istituzionali).
Occorre inoltre sottolineare che gli Uffici E.P.E. collaborano con gli Istituti Penitenziari nell’attività di Osservazione e Trattamento dei detenuti. In questo ambito l’assistente sociale, attraverso le indagini socio familiari, fornisce all’Istituto Penitenziario informazioni relative alla storia del ristretto, per cui è in corso l’attività di Osservazione e Trattamento ( art. 13 O.P.), con particolare riguardo al contesto sociale, abitativo e lavorativo, fornendo elementi utili alla valutazione del percorso intra/extra murario, che dovrà delinearsi in suo favore.
Il progetto di reinserimento sul territorio del soggetto condannato non può prescindere da queste valutazioni al fine di ridurre la recidiva.
Gli U.E.P.E. si trovano oggi in seria difficoltà ad assolvere i compiti istituzionali per mancanza di risorse e, nello stesso tempo, l’Amministrazione Penitenziaria destina 110 milioni di euro nell’inefficace progetto del “braccialetto elettronico” per i detenuti domiciliari, di cui recentemente anche i mass media hanno parlato.
I continui tagli alle risorse degli Uffici EPE delegittimano di fatto l’importanza del lavoro fin qui svolto, non considerando il potenziale operativo di questi Servizi che, adeguatamente dotati risorse, (assistenti sociali, personale amministrativo, psicologi e criminologi) sono certamente in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza della collettività nell’ambito della certezza della pena e del reinserimento sociale dei condannati.
Ad oggi il personale dell’UEPE di Milano è inferiore a poco più del 50% rispetto alla dotazione organica prevista; inoltre si fronteggia un depauperamento delle risorse per il funzionamento dell’Ufficio (spese per utenze, per acquisto di materiale di cancelleria, igienico sanitario) e per l’espletamento degli interventi esterni (spese per carburante, mezzi in dotazione, fondi per rimborso dei titoli di viaggio).
In data 27 luglio 2009 le OO. SS. hanno chiesto un intervento diretto al Sig. Prefetto di Milano, in quanto coordinatore delle competenze regionali, attraverso:
1. un intervento presso il Ministro della Giustizia al fine di attuare lo sblocco della mobilità tra ministeri ed altre Pubbliche Amministrazioni verso il sistema penitenziario. Ciò per utilizzare professionalità compatibili e disponibili (assistenti sociali dalle ASL, personale tecnico amministrativo da altri ministeri) per intervenire in supporto all’importante attività del reinserimento sociale dei condannati;
2. una divulgazione di tali problematiche presso le altre Prefetture della Lombardia e il sistema della Magistratura di Sorveglianza e non;
3. un intervento presso la Regione Lombardia al fine di trovare soluzioni adeguate dando al personale interessato la possibilità di fruire di sistemi agevolati nei trasporti regionali.
Ad oggi non è pervenuta alcuna risposta dagli Organi competenti circa le problematiche su esposte e le proposte formulate. Pertanto l’assemblea dei lavoratori ha declinato lo stato di agitazione con le seguenti modalità:
· A partire dal 01/11/2009, il personale effettuerà gli spostamenti relativi agli interventi esterni utilizzando esclusivamente le auto di servizio, privilegiando in ordine di priorità gli interventi sulle Misure Alternative alla detenzione, assolvendo al mandato istituzionale degli Uffici EPE. I dipendenti, per gli interventi esterni, ( visite domiciliari, sopralluoghi nei posti di lavoro, riunioni presso altri servizi, colloqui con i detenuti e èquipe negli Istituti Penitenziari) non anticiperanno all’Amministrazione alcuna somma di denaro, come si è verificato fino ad oggi.
· Il personale non aderirà agli interpelli riguardanti la partecipazione a progetti dell’Amministrazione sia a livello locale che centrale (salvo i progetti formativi).
· Saranno effettuate assemblee del personale il cui calendario sarà presto approntato e divulgato ai lavoratori.
· E’ prevista l’effettuazione di una assemblea presidio e conferenza stampa congiuntamente con gli altri Uepe della Lombardia.
Eventuali altre forme di lotta sindacale saranno valutate in itinere.
Lo Stato di Agitazione sarà revocato soltanto in presenza di risposte precise e attuative di quanto rivendicato dai lavoratori.
Allo stato di agitazione sarà data la massima diffusione.
RSU FPCGIL FPS CISL RdB
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