Dichiarazione EPSU al Consiglio dei Ministri della Giustizia EU del 25 Aprile 2012
Migliori carceri per il personale, i detenuti e la collettività. Gli effetti dell'austerità per le prigioni sono come il sale su una ferita aperta.
La EPSU, la rete dei sindacati dei servizi penitenziari europei che rappresenta la maggioranza degli operatori che lavorano nelle carceri, ha tenuto la sua riunione annuale il 12-13 aprile 2012 ad Oslo, in Norvegia.
Dopo quasi 4 anni di misure di austerità, contrazione dell'economia e aumento della disoccupazione, i problemi da affrontare in molti sistemi penitenziari europei, come discusso alla Conferenza del Consiglio d'Europa da 16 direttori di carcere nello scorso mese di ottobre, permangono:
Sovraffollamento carcerario;
Aumento della popolazione ristretta da 549.399 nel 1998 a 630 000 detenuti nel 2009, e incremento del tasso di popolazione detenuta del 24% ogni 100.000 abitanti tra l'anno 2001 e il 2009;
Condanne più lunghe;
Aumento esponenziale dell'uso della custodia cautelare, in media 1 su 5 prigionieri;
Violazione dei più elementari diritti dei detenuti;
Carenza di personale in tutti i servizi penitenziari;
Formazione inadeguata o insufficiente del personale penitenziario e dei dirigenti;
Mancanza di un efficace sostegno da parte dei governi e dei politici.
Questi problemi sono ben noti e ci aiutano a spiegare perché in molti paesi europei il sistema penitenziario non riesce a svolgere il suo ruolo principale, il reinserimento sociale dei detenuti. Eppure poco viene fatto per prevenirli, problemi che mettono a rischio la sicurezza dei lavoratori penitenziari, dei detenuti e della società in generale. Essi hanno, inoltre, impedito l'attuazione delle regole penitenziarie europee concordate da tutti i governi dell'UE e del SEE nel 2006, che EPSU sostiene con forza.
Forme gravi di criminalità che rappresentano un pericolo per gli individui e la collettività dovrebbero sempre portare ad una pena detentiva. Tuttavia, il carcere è sempre più utilizzato come luogo per contenere i malati mentali, i tossicodipendenti, i senza tetto e, più recentemente,
i cittadini stranieri e gli immigrati privi di documenti. Questo in violazione pura del principio fondamentale delle regole penitenziarie europee, in cui è sancito che la privazione della libertà deve essere considerata come ultima istanza, quando cioè altre forme di punizione non possono garantire la sicurezza della società. Ciò rende il lavoro del personale penitenziario molto più complesso ed esigente del normale.
Le misure di austerità coordinate dall'UE, i tagli dei posti di lavoro nel pubblico impiego e sui salarii e pensioni, e gli altri attacchi al welfare pubblico stanno aggravando ulteriormente la carenza di personale e il sovraffollamento carcerario. Ed invero arrivano in un momento in cui, invece, più risorse economiche sarebbero necessarie per sostenere la riabilitazione dei detenuti, che richiede anche condizioni di lavoro sicure e retribuzioni dignitose per il personale penitenziario.
E' opinione della EPSU che il costo del sistema penitenziario non deve mai giustificare condizioni di detenzione degradanti e spaventose condizioni di lavoro.
La EPSU, la rete dei sindacati dei servizi penitenziari europei, ha discusso in modo più approfondito le questioni afferenti l'orario di lavoro e la formazione del personale. In molti paesi il personale è sempre più costretto a far ricorso al lavoro straordinario nella misura in cui "il debito tempo" è diventata una preoccupazione centrale. Ciò è il risultato del crescente carico di lavoro individuale causato dalla pesante carenza di personale, o dal livello troppo basso delle retribuzioni o di entrambi. Lunghi orari di lavoro stanno minacciando la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Per quanto le parti pubbliche dell'UE stiano attualmente tentando di rivedere la direttiva europea del 1993 sull'orario di lavoro la EPSU, la rete dei sindacati dei servizi penitenziari europei auspica che le soluzioni che si troveranno non compromettano la sicurezza del personale e dei detenuti.
Trattare con i detenuti richiede formazione professionale e competenze molto complesse e, quindi, la mancanza di risorse e/o l'aumento del carico di lavoro del personale sono materie che devono essere necessariamente regolate. Questo vale non solo per il personale, ma anche per la dirigenza del settore penitenziario. La leadership inadeguata nella gestione degli istituti penitenziari può avere conseguenze disastrose per lo svolgimento del lavoro, causando alti livelli di stress al personale, problemi di salute e alti tassi di malattia. Risorse umane e finanziarie vengono così a perdersi, e trovare orgoglio nel proprio lavoro professionale diventa impossibile.
Nell'ambito della predetta riunione la EPSU è rimasta molto colpita per la situazione venutasi a creare in Grecia, ove 11 lavoratori sindacalisti che operano nel carcere hanno iniziato, per la prima volta, uno sciopero della fame dal 7 al 12 Aprile, per protestare contro la combinazione letale sovraffollamento/carenza di personale e il mancato pagamento di 3 anni di lavoro straordinario, pur continuando a pagare i pesanti tagli imposti dal Governo. L'anno scorso a maggio la EPSU ha suonato il campanello d'allarme dopo una visita svolta al carcere di Karydallos, ma con nostra grande preoccupazione siamo costretti a prendere atto che i problemi riscontrati non sono stati ancora risolti.
In considerazione della persistente crisi nei sistemi penitenziari europei, la EPSU esorta i Ministri della Giustizia del Consiglio dell'UE che si riuniscono il 25 aprile p.v. a sostenere:
Il carcere come misura di ultima istanza;
L'applicazione delle regole penitenziarie europee, a seguire le raccomandazioni fatte dai 16 membri del Consiglio d'Europa ai direttori delle carceri nella conferenza dell'ottobre 2011 per ridurre la popolazione carceraria e la custodia cautelare;
L'individuazione e l'attuazione, come richiesta minima, di comuni standard sociali nell'UE in materia di salute e sicurezza e dell'orario di lavoro degli operatori del sistema penitenziario;
L'elaborazione di principi comuni nell'UE in materia di formazione del personale e della dirigenza del penitenziario in collaborazione con la EPSU, la rete dei sindacati dei servizi penitenziari europei;
Il rispetto dei diritti sindacali e il dialogo sociale in linea con gli articoli del trattato UE 152-155, Carta UE dei diritti fondamentali dell'uomo, convenzione dell'ILO 151, nonché delle regole penitenziarie europee 86-87 che promuovono la consultazione del personale, nonché dei detenuti, da parte del titolare della gestione dell'amministrazione penitenziaria;
La cooperazione tra gli ispettori degli istituti di pena e i sindacati, al fine di tenere debitamente conto delle condizioni e dell'ambiente di lavoro del personale penitenziario nella valutazione della qualità del carcere ispezionato;
più risorse per tutti i servizi che si occupano di carcere per assicurare il reinserimento dei detenuti, la sicurezza del personale e la sicurezza della società in generale;
basandosi sulle buone prassi tenute in tutta Europa, nell'organizzazione del lavoro del personale penitenziario è utile avviare una cooperazione con le rappresentanze sindacali, la cui esperienza è notoriamente ritenuta molto preziosa
Data la situazione critica vissuta in molte carceri europee, praticare l'austerità in questo settore è come versare il sale su una ferita aperta. Per avere successo, quanto sopra deve essere sostenuto da una moratoria immediata sui tagli dei posti di lavoro del servizio pubblico e dei salari, che sono socialmente ed economicamente disastrosi, oltre che infondati.
Bisogna anche considerare che detenere livelli di criminalità per lungo termine significa immaginare un prezzo molto alto da pagare in termini economici, soprattutto per la auspicata riduzione del debito pubblico e dei livelli di deficit accumulati.
Il modo migliore per ridurre il crimine è quello di evitare che si verifichi investendo nell'inclusione sociale, nell'istruzione e nell'offrire opportunità di lavoro dignitose, di evitare la criminalizzazione di gruppi di persone che non sono pericolose, ma rese vulnerabili.
Ci sono alternative praticabili ai tagli di spesa, tra queste la più urgente da adottare riguarda l'attuazione della direttiva europea per una tassa sulle transazioni finanziarie, che potrebbe raccogliere 57 miliardi di euro l'anno; ma anche altre misure sono efficaci per combattere la frode fiscale e l'elusione, stimata in 1 miliardo di miliardi di euro di ricavi persi all'anno nell'UE.
EPSU è la Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici. È la più grande Federazione della CES con 8 milioni di lavoratori dei servizi pubblici provenienti da oltre 275 organizzazioni sindacali degli impiegati nei settori dell'energia, dell'acqua e dei rifiuti, i servizi sanitari e sociali, il governo locale, regionale e centrale e le amministrazioni dell'UE in tutti i paesi europei. Per ulteriori informazioni su EPSU www.epsu.org