L'ARCHIVIO DI OLTREILCARCERE

Dal 2007 al 2014 sono stati pubblicati più di 1300 documenti che hanno trattato argomenti riferiti al Servizio Sociale della Giustizia, agli Uffici per l'Esecuzione Penale Esterna, al Sistema dell'Esecuzione Penale Esterna attraverso solidarietaasmilano.blocspot.com

domenica 20 dicembre 2009

Comunicato Sindacale Congiunto FPCGIL U I L PA FLP RdB

Al Sottosegretario di Stato Ministero della Giustizia
Sen. G. Caliendo

Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta

Al Vice Capo DAP
Dr. E. di Somma

Le scriventi OO.SS. rappresentano il proprio disappunto riguardo l’avvenuta sottoscrizione dello stralcio del nuovo contratto collettivo integrativo della Giustizia riguardante specificatamente l’articolazione del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria non risultando lo stesso all’ordine del giorno previsto nella convocazione alle OO.SS. n. 119/2/1629 dell’11 dicembre 2009.
Con detta nota, infatti, l’amministrazione della giustizia ha convocato le OO.SS. per l’esame delle proposte relative ai nuovi ordinamenti professionali del personale non dirigenziale delle varie articolazioni del Ministero della Giustizia evidenziando la possibilità di sottoscrizione di un accordo stralcio per il solo personale dell’Organizzazione Giudiziaria.
Tanto è vero che le scriventi OO.SS., in quella sede, hanno esaminato la proposta del DAP riguardo l’ordinamento delle professionalità penitenziarie e si sono confrontate serenamente con la parte pubblica offrendo un determinante contributo alla discussione a seguito della quale hanno ritenuto, in virtù dell’ordine del giorno, lasciare i lavori che si sarebbero prolungati per il DOG e non anche per il DAP.
Abbiamo appreso, il giorno successivo, che la CSL FS e l’UNSA SAG hanno, invece, sottoscritto anche per il DA P l’accordo pur non essendo contemplato nella motivazione della convocazione.
Un vero colpo di mano messo in atto in mala fede, per usare un eufemismo, dalle due OO.SS. suddette al quale l’Amministrazione ha prestato facilmente ed in maniera maldestra il fianco dando corso ad una operazione che riteniamo gravissima dal punto di vista politico e delle relazioni sindacali nell’ambito del DAP.
La FpCGIL, UIL Fpa , RDB cub e FLP proclamano lo stato di agitazione del personale penitenziario rilevando indebita la sottoscrizione dell’accordo in questione e ne chiedono la nullità rappresentando che in caso contrario saranno avviate le necessarie ed opportune azioni di prerogativa sindacale.
FPCGIL U I L PA FLP RdB
Lamonica Algozzino Piazza Roscioli
Roma, 17 dicembre 2009

FPCGIL: Quando la democrazia è un optional !!

Alle lavoratrici ed ai lavoratori penitenziari



Si è svolto ieri 15 dicembre presso il ministero della Giustizia l'incontro tra le OO.SS. e la parte pubblica rappresentata dal capo del DOG e dal Vice Capo del DAP finalizzato, come recita il contenuto della convocazione, "all'esame delle proposte relative ai nuovi ordinamenti professionali del personale non dirigente delle diverse articolazioni della giustizia e valutare la possibilità della sottoscrizione di un accordo stralcio, propedeutico alla definitiva sottoscrizione del Contratto Collettivo Integrativo relativo sia a detti nuovi profili che ai criteri per la progressione economica all'interno delle aree per il solo personale dell'organizzazione giudiziaria. "

Abbiamo voluto riportare integralmente l'ordine del giorno per rappresentarvi l'indignazione che abbiamo provato nel constatare, il giorno successivo l'incontro, che per l'amministrazione penitenziaria, benché palesemente esclusa dalla sottoscrizione, è stato invece siglato lo stralcio del contratto integrativo insieme a due OO.SS. - la CISL Fs e l'UNSA SAG.

Riteniamo, quanto verificatesi molto grave, una brutta pagina delle relazioni sindacali nell'ambito dell'amministrazione penitenziaria che con tale atto ha evidenziato un comportamento a dir poco artificioso, per usare un eufemismo, ben sottaciuto nel corso del confronto ma che si è successivamente appalesato in tutta la sua ambiguità allorché, prestando il fianco alle modalità sibilline delle sopra indicate OO.SS. ha deciso, eludendo l'ordine del giorno e profittando dell'assenza delle altre OO.SS., di sottoscrivere il contratto integrativo.

Alcuni fatti , ad esempio:
- la convocazione del tavolo tecnico per il giorno 14 dicembre a poche ore dall'incontro al Ministero previsto per il giorno 15;
- il disagio evidenziato dall'amministrazione nel corso dell'incontro del tavolo tecnico quando alla richiesta della FPCgil di conoscerne il vero obiettivo, visto che di criteri di progressione non si poteva parlare né tantomeno di valutazione - pur costituenti parte integrante della proposta-;
- il comportamento vagamente ambiguo delle due OO.SS. firmatarie che sembravano "strizzare" l'occhio all'amministrazione,
ci avevano procurato una certa diffidenza che visti i tempi abbiamo volutamente accantonato per occuparci dei lavoratori.

- Abbiamo, infatti, in quella sede manifestato forte dissenso all'accorpamento di alcune professionalità benché fosse previsto dal CCNL 2006/2009, in particolare abbiamo contestato l'accorpamento delle professionalità dell'educatore e dell'assistente sociale denominata funzionario del servizio socio-trattamentale rivendicando per ciascuna la propria specificità e valenza professionale.
- Abbiamo rappresentato che l'accorpamento di alcune professionalità erano incomprensibili ed inadeguate ( direttore dell'organizzazione e delle relazioni, tecnici con collaboratori );
- abbiamo evidenziato la necessità di valorizzare le professionalità che nella bozza risultavano appiattite.
Proposte che l'amministrazione ha fatto intendere avrebbe accolto rinviando la discussione sulla nuova bozza all'indomani presso il Ministero della Giustizia.

Nel corso dell'incontro del giorno 15 ci è stata consegnata la nuova proposta che è risultata totalmente differente dalla precedente che vi abbiamo inoltrato.

Frutto del lavoro notturno? O strana magia ? chi può dirlo!!!

Comunque, da una veloce disamina abbiamo infatti riscontrato che le due professionalità - l'educatore e l'assistente sociale - erano state separate e nel corso del confronto abbiamo proposto che le stesse assumessero il nome di funzionario della professionalità pedagogica l'una e funzionario della professionalità di servizio sociale, l'altra.

Inoltre abbiamo accolto favorevolmente, contrariamente alle OO.SS. firmatarie, la proposta dell'amministrazione di aver prestato attenzione a quel personale che opera ed ha operato in situazione di grave carenza di organico assegnando,nell'ambito dei criteri di progressione, un relativo punteggio al disagio.

La Fp Cgil ha inoltre proposto all'amministrazione l'istituzione di una nuova professionalità quella del mediatore culturale necessaria quanto opportuna in un contesto ove la gran parte dell'utenza è rappresentata da cittadini extracomunitari. Proposta accolta favorevolmente .
Infine la Fp Cgil evidenziando all'amministrazione la necessità di una più approfondita disamina della proposta anche con i lavoratori, ha richiesto di tener conto dei tempi per l'incontro successivo.

L'amministrazione penitenziaria ha lasciato la sala, così le OO.SS. rappresentanti il penitenziario, consapevoli che la discussione sarebbe continuata, invece, per l'organizzazione giudiziaria .

Nulla lasciava presagire la sconcertante conclusione dell'incontro.

La CISL e l'UNSA SAG, invece, di concerto con l'amministrazione hanno sottoscritto il contratto integrativo non solo per l'organizzazione giudiziaria ma, inopportunamente, anche per il DAP con l'intento di mettere in difficoltà la FpCgil il cui contributo nel corso del confronto è stato determinante e nell'interesse dei lavoratori che crediamo, essere stati beffati da questa singolare alleanza.

Lo verificheremo ancora più approfonditamente insieme a tutti i lavoratori leggendo attentamente ciò che hanno sottoscritto.

La Fp Cgil per le motivazioni enunciate all'inizio del comunicato ritiene non valida la sottoscrizione del contratto e ne chiederà l'annullamento, al contrario avvierà ogni azione che
rientra nelle prerogative sindacali.

Vi terremo informati sugli sviluppi della questione.

Roma 16.12.2009


La coordinatrice nazionale
Penitenziari- Ministeri
Lina Lamonica

venerdì 11 dicembre 2009

WELFARE: FINI, AZIONE ASSISTENTI SOCIALI E' PREZIOSA

ANSA- ROMA, 27 NOV - Il nuovo codice deontologico degli assistenti sociali “costituirà un utile strumento di riferimento per la preziosa azione di sostegno” che questi professionisti svolgono “nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, contribuendo all'affermazione dei principi di solidarietà, di uguaglianza e di rispetto della dignità umana sanciti dalla nostra Costituzione”. E' quanto afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato al Consiglio nazionale dell'Ordine degli assistenti sociali, in occasione della presentazione del loro nuovo codice

Azioni intraprese dall’Ordine Assistenti Sociali per contrastare la campagna di disinformazione

Le azioni intraprese dall’Ordine per contrastare la campagna di disinformazione operata da Panorama con l’articolo di Antonio Rossitto apparso sul numero del 19 novembre 2009.

immagine allegata

Ad oggi l’Ordine, non ravvisando elementi legali per la denuncia della testata e dell’autore dell’articolo, ha scelto una strategia attiva di controinformazione tramite i canali televisivi pubblici.

In questo senso può intendersi la partecipazione del nostro Consigliere Gennaro Izzo alla trasmissione RAI "Cominciamo bene" condotta da Fabrizio Frizzi, nella puntata del 23 novembre scorso, all’interno della quale lo stesso giornalista di Panorama autore dell’inchiesta ha visto puntualmente rimesse in discussione le sue argomentazioni. Così come la partecipazione di Isabella Mastropasqua, il 2 dicembre alle ore 17,30 circa a la "La vita in diretta", sempre allo stesso scopo.

Le attività di controinformazione vanno avanti, oltre che con le azioni di ufficio stampa, sia tramite le attivazioni di tavoli tecnici interprofessionali relativi ai disagi dei minori e delle loro famiglie, sia fruendo di tutte le occasioni pubbliche di discussione per puntualizzare la nostra posizione. E’ stata infatti la Presidente Franca Dente a sollecitare l’intervento di sensibilizzazione svolto insieme a varie organizzazioni del terzo settore (UNICEF etc.) durante la recente Conferenza sull’Infanzia e Adolescenza di Napoli.

Si è colta inoltre ogni occasione istituzionale, come l’incontro con il Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini, per ribadire i temi più urgenti e la necessità di una corretta informazione dell’opinione pubblica.

Non ultimo intervento l’evento di presentazione del Codice Deontologico lo scorso 27 novembre presso la Camera dei deputati, durante il quale si è dato spazio alla testimonianza di un caso controverso di affido internazionale sia della madre del piccolo sia del suo avvocato. Gli stessi ci hanno chiesto di fornire più informazioni alle famiglie ed è appunto in questo senso che ci stiamo adoperando. Infine sono stati concertati i pubblici comunicati di ANM e AIMMF all’interno appunto dei tavoli tecnici promossi dall’Ordine.

Lettera Aperta Ordine Nazionale Assistenti Sociali

Formazione continua - Lettera aperta della Presidente Franca Dente

Sono pervenute al Consiglio Nazionale diverse segnalazioni critiche sulla formazione continua, in cui si manifestano preoccupazioni e dubbi sulla sostenibilità e legittimità del sistema. A tutti la Presidente risponde con una lettera aperta che permette di chiarire meglio la posizione del Consiglio Nazionale stesso.

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Agli iscritti.

Mi preme in primo luogo evidenziare che, se alcuni timori sono comprensibili per la complessità del processo che verrà messo in atto, ritengo sconcertanti alcune affermazioni, ad esempio rispetto alla supposta mancata considerazione, da parte dell’Ordine, della realtà lavorativa della maggior parte degli assistenti sociali.

Al contrario, è proprio partendo da tale valutazione che si è ritenuto di dover dare implementazione al piano di formazione continua, in una logica di supporto della professione a fronte delle crescenti difficoltà degli assistenti sociali a rispondere a una realtà sociale sempre più complessa, ad un’organizzazione dei servizi ormai sempre più esternalizzata e a scelte politiche e normative che sempre più si distaccano da obiettivi di inclusione e uguaglianza sociale.

Né, d’altra parte, corrisponde al vero che gli oneri economici per gli assistenti sociali saranno sproporzionati rispetto alla media delle loro remunerazioni. Infatti, proprio per non pesare in modo eccessivo sui professionisti dal punto di vista economico, si è previsto sia il dovere per gli Ordini regionali di favorire la formazione gratuita, in modo da consentire a ciascun iscritto l’adempimento dell’obbligo formativo, sia il riconoscimento delle iniziative formative organizzate dall’ente di cui il professionista è dipendente. In quest’ottica si è incluso anche il riconoscimento, in termini di crediti formativi, di attività quali la supervisione didattica, la partecipazione alle commissioni per gli esami di Stato, a gruppi di lavoro o commissioni organizzati dall’Ordine o da altri organismi rappresentativi della professione ecc.

Mi preme, inoltre, sottolineare che la formazione e l’aggiornamento continuo costituiscono una opportunità di mantenimento, valorizzazione e accrescimento delle competenze professionali, che non possono non essere interesse di ogni assistente sociale che voglia mantenere e arricchire la propria capacità di lettura e di risposta ai bisogni e ai diritti delle persone utenti.

Gli assistenti sociali hanno da sempre e in più occasioni dimostrato questo interesse partecipando, spesso a proprie spese e con utilizzo di giorni di ferie, autonomamente ad iniziative di formazione continua, avvertendo un forte bisogno di rafforzamento delle proprie abilità professionali e di superamento delle difficoltà operative quotidiane.

Il nuovo sistema di Welfare sta vivendo un momento di forte criticità per cause diverse, in primis quelle economiche, e anche di particolare complessità tanto da richiedere nuove prospettive, nuova forza nell’uso degli strumenti operativi. A nostro avviso, proprio per questo, la formazione continua non risponde solo ad un obbligo deontologico professionale, ma intende essere un investimento culturale a sostegno degli iscritti e a garanzia della qualità degli interventi.
Va ricordato infatti, che è affidato agli Ordini Professionali il compito di tutelare l’interesse pubblico al corretto esercizio della professione e quello di garantire la competenza e la professionalità dei propri iscritti, nell’interesse della collettività. E’ dunque competenza dei Consigli regionali attivare piani di formazione continua annuale mirati al fabbisogno formativo locale.

L’avvio della formazione continua era per l’Ordine è un atto dovuto, in ottemperanza a quanto previsto dal Codice deontologico e dalla normativa comunitaria. L’elaborazione del regolamento che è stato approvato il 24.10.2009 è il frutto di un confronto durato quasi due anni fra il Consiglio nazionale e quelli regionali. L’attivazione della formazione continua prevede un periodo sperimentale di tre anni 2010 - 2012 allo scopo di verificarne la sostenibilità, la tenuta, eventuali criticità e di apportare i necessari correttivi.

Nel primo triennio è anche prevista una riduzione di crediti da 60 a 50 e nelle linee guida, in fase di definizione con l’apporto dei Consigli regionali dell’Ordine, viene indicata la possibilità di apportare modifiche già dopo il primo anno di vita. A tal proposito sono previsti incontri periodici con i CROAS.

Con questo primo triennio di sperimentazione, si è inteso dare al Regolamento una connotazione di atto “ordinatorio”, gli si è attribuita cioè la funzione di ‘ordinare’ un’attività amministrativa, indirizzandola verso determinate procedure ed esiti. Questo significa che si avvia un processo di collaudo del sistema, in cui i Consigli regionali e gli iscritti stessi sono chiamati a contribuire per il suo miglioramento.
Il mancato rispetto dei termini previsti nell’articolato del Regolamento non comporta in questa fase alcuna sanzione.

Il processo di formazione continua per gli assistenti sociali arriva forse per ultimo rispetto alle altre professioni ordinate e quindi intende tener conto delle criticità riscontrate in altri contesti (ECM) e da altre professioni, prevedendo un sistema di accreditamento e di valutazione delle agenzie, dei formatori e degli eventi il più possibile efficace.
Proprio per questo, rispetto alla Funzione di accreditamento delle agenzie, dei formatori e degli eventi di competenza del CNOAS, sarà individuata una Commissione mista, composta da rappresentati del CNOAS, dei CROAS e da due membri esterni: uno con competenze giuridiche e l’altro esperto in materia di accreditamento.
A ciò si aggiunge la prevista incompatibilità tra carica di consigliere e iscrizione al registro dei formatori riportata nelle linee guida.

A queste considerazioni va aggiunto che l’attivazione del processo di formazione continua, monitorato dall’Ordine, si pone anche l’obiettivo di evitare il dilagare di attività formative, rivolte agli assistenti sociali, ad opera di soggetti e/o organismi non adeguatamente legittimati da un punto di vista metodologico-professionale.

Il richiamo, nelle note pervenute, ai costi e alle giornate di ferie, comporta un’azione da parte del Consiglio Nazionale, a livello nazionale, e dei Consigli degli Ordini regionali, a livello regionale e locale, per ottenere il più ampio recepimento del Regolamento sulla Formazione Continua da parte delle PP.AA. e delle Organizzazioni del privato sociale, che agevoli la partecipazione degli assistenti sociali dipendenti.
Saranno previste nelle linee guida forme di esoneri anche per disoccupati e precari.

Sappiamo tutti che non sarà un percorso semplice e privo di ostacoli, ma deve nascere la consapevolezza che è un dovere professionale farlo, come già moltissimi assistenti sociali fanno per proprio conto, impegnandosi seriamente in una crescita personale e professionale senza andare alla sola ricerca del credito formativo; in prospettiva ciò dovrà diventare un elemento distintivo di questa professione.

Certa di un diverso atteggiamento nei confronti di chi è chiamato a governare la professione auguro buon lavoro a tutti.

martedì 1 dicembre 2009

FPCGIL- Assemblea nazionale Dirigenti penitenziari

La sala conferenze del carcere di Regina Coeli ha ospitato lo scorso 25 novembre l'assemblea dei dirigenti penitenziari della Cgil-Fp.

I temi posti all'ordine del giorno sono stati preceduti da un forte richiamo dei responsabili degli istituti e dei servizi penitenziari al dovere di una forte ed attenta vigilanza perché nel mondo carcerario tutte le attività siano svolte assicurando il rispetto della legge. E' fortemente sentito in questo momento il bisogno di ribadire la centralità dei responsabili delle strutture penitenziarie perché la legalità sia a base di ogni intervento e perché venga continuamente rispettato il senso di umanità con cui devono essere applicate le misure privative della libertà.

La crisi che sta vivendo il mondo penitenziario vede nel sovraffollamento degli isti-tuti, nello stesso tempo, la causa e l'effetto di un malessere che ha radici multiformi: una normativa illusoriamente rigorista nei confronti degli immigrati; un apparato solo repres-sivo nei confronti dei tossicodipendenti; lo svuotamento delle misure alternative; l'erosione dell'ordinamento penitenziario, nato e concepito per una realtà carceraria degli anni 70 e che ha vissuto continuamente modifiche solo in senso restrittivo; l'obsolescenza delle pratiche custodiali.

Fenomeni questi che si sono inseriti in una realtà sociale in cui troppo spesso messaggi distorti hanno accreditato un perverso meccanismo secondo il quale un legittimo bisogno di sicurezza potesse essere soddisfatto prevalentemente attraverso l' esercizio dell'arbitrio e della forza, in quanto proposti da soggetti istituzionali.

Pur nella consapevolezza che lo stato allarmante in cui versa il penitenziario non possa vedere vie d'uscita senza una decisa azione del mondo politico, i dirigenti peniten-ziari Cgil ribadiscono che la propria professionalità sarà spesa per arginare la attuale deriva, e chiamano alla mobilitazione tutti gli operatori penitenziari in quanto la crisi investe tutti i segmenti operativi.

Non da ultimo è stato sottolineato come la mancanza di un Contratto Nazionale finisca per influire negativamente in questo stato di cose. Infatti l'assimilazione, che doveva essere transitoria, e che dura da oltre quattro anni, con il quadro normativo dei dirigenti della Polizia di Stato rischia di falsificare, anche aqli occhi della opinione pubblica, la funzione dei dirigenti penitenziari.

Questi infatti rivendicano una loro originalità professionale che ha solo pochi punti di convergenza con le attività di polizia ed il perdurare di tale situazione rischia di ingenerare un processo poi difficilmente reversibile di assimilazione, anche nella cultura corrente, delle carceri ad un ambiente di tipo militare.

Problema questo ultimo che tocca tutte le articolazioni del mondo penitenziario, per affrontare il quale viene sollecitato un confronto fra le varie componenti per il rilancio di una progetto unitario mirato ad una forte azione di riqualificazione e ad una maggiore gratificazione di quanti operano negli istituti e servizi carcerari.


Roma, 27 Novembre 2009

Il segretario Nazionale Fp Cgil
Funzioni Centrali

Antonio Crispi

Il Comitato educatori penitenziari è con Rita Bernardini

Il Comitato vincitori/idonei del concorso per educatori penitenziari sta diffondendo e sollecitando adesioni e sostegno all’iniziativa intrapresa dall’Onorevole Rita Bernardini giunta al dodicesimo giorno di sciopero della fame per chiedere la calendarizzazione della mozione n° 250, presentata alla Camera lo scorso 19 novembre, sulla situazione di degrado, affollamento ed estrema sofferenza in cui versano le carceri italiane.

L’obiettivo dell’Onorevole Bernardini e dei Deputati che hanno sottoscritto la mozione, è di avviare celermente un’indagine intorno al pianeta carcere, individuando strategie e percorsi che possano restituire all’esperienza carceraria quella sua natura rieducativa, di riflessione e di riprogettazione di se stessi che coloro i quali si trovano a vivere tale esperienza dovrebbero avere occasione di fare all’interno delle strutture carcerarie, come espressamente previsto dall’art. 27 della nostra Costituzione.

Invitiamo, dunque, tutti gli operatori penitenziari ad aderire a tale iniziativa non violenta, poiché in un paese democratico e civile non è possibile che si giunga ad un livello tale di intollerabilità di presenze nelle carceri senza che lo Stato si interroghi immediatamente e concretamente sulle motivazioni che hanno generato una simile situazione che palesa l’evidente involuzione del compito affidato all’istituto di pena.

Ci troviamo, dunque, di fronte ad una vera e propria emergenza sociale rispetto alla quale nessuno può esimersi, bensì questa battaglia di civiltà deve permeare trasversalmente ogni azione politica, in quanto l’uomo ne è il suo fulcro. Pertanto, ci uniamo all’Onorevole Bernardini e chiediamo l’immediata calendarizzazione della mozione ed altresì l’apertura di un dibattito che tenga conto della complessità di equilibri, di processi e dinamiche che si celano dietro quelle sbarre, acquisendo quale assioma di partenza la funzione rieducativa e risocializzativa che il carcere deve essere in grado di fornire a chi lo vive, poiché chi varca il suo cancello è sì detenuto, ma continua ad essere persona dotata delle sue apicalità, dei suoi diritti e dei suoi doveri.

Il Comitato vincitori/idonei concorso educatori penitenziar