FP CGIL PENITENZIARI: LA MISURA E' COLMA
Appello ai lavoratori
Per tutti noi che lavoriamo ogni giorno nelle strutture penitenziarie, centrali e periferiche, Istituti e UEPE, appare del tutto chiaro come il sistema detentivo italiano sia ormai prossimo ad un punto di non ritorno, oltre al quale ci può essere soltanto il collasso del settore.
Con un numero di detenuti che ormai supera abbondantemente quello che portò i parlamentari di ogni schieramento a varare il provvedimento d'indulto, all'inizio di una stagione che nelle carceri è da sempre calda non solo per le intollerabili temperature, ognuno di noi dovrà far fronte alle proprie quotidiane e numerose emergenze privo delle necessarie risorse umane, finanziarie e perfino strumentali, nella più completa assenza di un progetto d'insieme per il sistema penitenziario.
Il cosiddetto "Piano carcere", ricco di idee creative quali le "prigioni galleggianti" o quelle "prefabbricate", è infatti un insieme di soluzioni irrealizzabili o realizzabili solo nel lungo periodo, che non porteranno alcun beneficio nell'attuale emergenza, ma che serviranno invece a saccheggiare le ingenti risorse - ad altro destinate - della "Cassa delle ammende" nonché ad aprire pericolosamente la porta all'investimento privato nel sistema detentivo.
Tutto questo in un contesto dove si vanno combattendo i diritti e le tutele faticosamente conquistati dai lavoratori in decenni di lotta sindacale, mascherando il reale intento di ridurre il costo del nostro lavoro già oggi mal pagato, sotto i reiterati insulti del ministro Brunetta.
Tra straordinari necessari e non pagati, missioni non riconosciute neanche a chi - come gli Assistenti sociali - le pratica come normale e quotidiano strumento di lavoro, negazione del confronto tra le parti, ritardo che si protrae per il rinnovo del Contratto integrativo, FURTO dei soldi dei lavoratori accantonati attraverso il meccanismo del FUA, impoverimento del reddito di chi ha "il privilegio" di assistere familiari ai sensi della legge 104, incostituzionale inasprimento dei controlli medici sugli assenti per malattia, l'esecutivo ha per noi ormai colmato la misura oltre ogni soglia di tollerabilità.
Invitiamo pertanto tutti voi a non accettare il tentativo di far ricadere le colpe politiche dello sfascio attuale sulle spalle dei lavoratori; vi chiediamo invece di aiutarci ad esprimere con ogni forza ed ogni mezzo, tutto il disagio di chi continua nonostante tutto ad impegnarsi per l'erogazione di un irrinunciabile servizio pubblico.
E vi chiediamo di farlo adesso per portare a conoscenza dell'intero panorama politico, del mondo dell'informazione, dell'opinione pubblica, le reali condizioni in cui si trovano il sistema penitenziario e tutti i suoi addetti.
Da parte nostra intendiamo tenere insieme alle segreterie locali, agli eletti Rsu ed ai delegati di posto di lavoro, numerose assemblee sull'intero territorio nazionale per raccogliere ogni vostro suggerimento o segnalazione.
Non escludendo peraltro il ricorso a più forti ed incisive azioni di protesta quali l'indizione dello stato di agitazione di tutto il personale del settore penitenziario.
Roma, 15 luglio 2009
La Delegazione trattante Dap Comparto Ministeri